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mercoledì 25 gennaio 2012
Acqua all'arsenico, il Tar condanna i ministeri Ambiente e Salute
I ministeri dell'Ambiente e della Salute sono stati condannati dal Tar del Lazio a risarcire con 100 euro ciascuno circa 2.000 utenti di varie regioni (Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria) che lamentano la presenza di arsenico nell'acqua. Lo annuncia il Condacons, che aveva presentato ricorso.
Il TAR ha riaffermato che l'acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla qualità di essa, da cui l'indicazione di agire contro le ATO che non potevano non tenere conto di questo dato nel determinare la tariffa. Ma non solo. Il TAR - spiega il Codacons - ha anche affermato il principio (che porterà ora a decine di querele penali e denunce alle Procure della Repubblica) che nella vicenda sussiste un preciso "fatto illecito costituito dall'esposizione degli utenti del servizio idrico ricorrenti ad un fattore di rischio (l'amianto disciolto in acqua oltre i limiti consentiti in deroga dall'Unione Europea), almeno in parte riconducibile, per entità e tempi di esposizione, alla violazione delle regole di buona amministrazione. Violazione che determina un danno non patrimoniale complessivamente risarcibile, a titolo di danno biologico, morale ed esistenziale, per l'aumento di probabilità di contrarre gravi infermità in futuro e per lo stress psico-fisico e l'alterazione delle abitudini di vita personali e familiari conseguenti alla ritardata ed incompleta informazione del rischio sanitario".
E ancora - prosegue il TAR del Lazio - è certa la "pericolosità per la salute umana derivante da un'esposizione prolungata all'arsenico presente nell'acqua potabile, anche in quantità piccolissime, come risultante dalla ricerca condotta su oltre 11.700 persone in Bangladesh e pubblicato nell'edizione online della rivista scientifica The Lancet, che ha dimostrato che la presenza di arsenico in elevate concentrazioni nel sangue aumenta in modo significativo il rischio di tumori. Secondo le stime effettuate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, in Bangladesh a partire dagli anni '70 almeno 35 milioni di persone hanno bevuto acqua contaminata con piccolissime quantita' di arsenico, e secondo lo studio Heals (Health Effects of Arsenic Longitudinal Study) coordinato da Habibul Ahsan dell'Università di Chicago, ciò è stato sufficiente a provocare il 21%) delle morti per tutte le cause e il 24% di quelle attribuite a malattie croniche (in prevalenza, tumori al fegato, cistifellea e pelle e malattie cardiovascolari)".
Il TAR ha riaffermato che l'acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla qualità di essa, da cui l'indicazione di agire contro le ATO che non potevano non tenere conto di questo dato nel determinare la tariffa. Ma non solo. Il TAR - spiega il Codacons - ha anche affermato il principio (che porterà ora a decine di querele penali e denunce alle Procure della Repubblica) che nella vicenda sussiste un preciso "fatto illecito costituito dall'esposizione degli utenti del servizio idrico ricorrenti ad un fattore di rischio (l'amianto disciolto in acqua oltre i limiti consentiti in deroga dall'Unione Europea), almeno in parte riconducibile, per entità e tempi di esposizione, alla violazione delle regole di buona amministrazione. Violazione che determina un danno non patrimoniale complessivamente risarcibile, a titolo di danno biologico, morale ed esistenziale, per l'aumento di probabilità di contrarre gravi infermità in futuro e per lo stress psico-fisico e l'alterazione delle abitudini di vita personali e familiari conseguenti alla ritardata ed incompleta informazione del rischio sanitario".
E ancora - prosegue il TAR del Lazio - è certa la "pericolosità per la salute umana derivante da un'esposizione prolungata all'arsenico presente nell'acqua potabile, anche in quantità piccolissime, come risultante dalla ricerca condotta su oltre 11.700 persone in Bangladesh e pubblicato nell'edizione online della rivista scientifica The Lancet, che ha dimostrato che la presenza di arsenico in elevate concentrazioni nel sangue aumenta in modo significativo il rischio di tumori. Secondo le stime effettuate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, in Bangladesh a partire dagli anni '70 almeno 35 milioni di persone hanno bevuto acqua contaminata con piccolissime quantita' di arsenico, e secondo lo studio Heals (Health Effects of Arsenic Longitudinal Study) coordinato da Habibul Ahsan dell'Università di Chicago, ciò è stato sufficiente a provocare il 21%) delle morti per tutte le cause e il 24% di quelle attribuite a malattie croniche (in prevalenza, tumori al fegato, cistifellea e pelle e malattie cardiovascolari)".
Questa sentenza del TAR e' di straordinaria importanza e apre letteralmente un secondo fronte nella battaglia sull'Acqua pubblica. Oltre all'autoriduzione per il 7% del Referendum ora anche questa sentenza consente di aprire una serie di vertenze di straordinaria portata riportando in prima linea il problema del danno alla salute causa il grave degrado della qualita' dell'acqua in Italia.
(22 gennaio 2012)
lunedì 16 gennaio 2012
Ministro della difesa: «Non ci sono solo gli F-35»
Ieri il ministro della difesa, l'Ammiraglio Giampaolo Di Paola, durante il programma di Lucia Annunziata "in 1/2 h" ha detto che non ci si dovrebbe occupare solo dei cacciabombardieri F-35 ma che «Ci deve essere una revisione di tutti i programmi e dell'intero apparato militare».
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace oggi risponde: «Ha ragione il ministro: il problema è molto più serio e più vasto di quello che appare. Non ci sono solo gli F-35 da rivedere, ci sono anche tanti altri aerei, le portaerei, i carri armati e tanti, tanti sprechi. La macchina militare italiana è una vera e propria macchina mangiasoldi che costa molto e serve a poco. Bisognava intervenire da tempo perché in quel pozzo senza fondo sono finiti inutilmente tantissimi soldi pubblici, ma quello che non si è voluto fare ieri bisogna farlo oggi».
Sull'affaire degli F-35 Di Paola ha detto che «La revisione riguarda tutti i programmi, non ci sono vacche sacre, per una compatibilità finanziarie e tutte le strutture sono sottoposte a revisione», Poi ha aggiunto: «Lo strumento militare ha una sua valenza, ma deve essere ricondotto a sostenibilità», ma non ha voluto fornire cifre sulla riduzione dei cacciabombardieri che il governo potrebbe chiedere: «Dire un numero è come estrarre un numero al Lotto. Tra due-tre settimane avrò gli elementi pertinenti».
Secondo il ministro il ripensamento Usa sugli F-35 sarebbe temporaneo: «Il progetto è sotto esame ma andrà avanti. Quando Panetta svelerà i programmi futuri del Pentagono l'F35 avrà il suo spazio». Insomma, nonostante le "timidezze" del ministro il programma F-35 «Andrà avanti. Ci sono difficoltà e giusti ‘warning' dati all'azienda produttrice affinché apporti correttivi, ma i progressi fatti nello sviluppo giustificheranno una continuazione del programma. Anche la Ferrari è un programma complesso e abbiamo visto come anche la Ferrari ha avuto quest'anno problemi». .
Il ministro durante l'intervista con l'Annunziata ha più volte detto: «Facciamo un ragionamento tranquillo e serio», Lotti lo prende in parola: «Facciamolo questo ragionamento, ma facciamolo subito perché i soldi che stiamo sprecando all'ombra della cosiddetta "Difesa" servono qui e ora per salvare molte vite umane strapazzate dalla crisi e dalle ingiustizie. Facciamolo senza fare scempio della verità, dell'onestà e della democrazia. Le spese militari devono essere messe finalmente in discussione alla pari di tutte le altre spese dello stato. Ci deve essere una discussione aperta e trasparente. Non è tollerabile che qualcuno pretenda di continuare a decidere tra i soliti, pochi, addetti ai lavori per poi presentarsi al Parlamento e agli italiani con un pacchetto chiuso da prendere o lasciare. Si dica con chiarezza quanti soldi spendiamo, come e dove li spendiamo. Quanti ne spendiamo oggi e quanti prevediamo di spendere in futuro. Perché li dobbiamo spendere, con quali obiettivi e quali risultati. Basta con i giochetti delle cifre e delle verità nascoste. Il Parlamento deve esigere trasparenza, la deve ottenere e la deve restituire agli italiani in modo che essi per primi possano scegliere responsabilmente».
I pacifisti se la prendono anche con i media e in particolare con la Rai: «Il nostro servizio pubblico, devono fare sino in fondo la propria parte - dice Lotti - Un paese moderno e responsabile sa che la sicurezza è un bene pubblico che deve essere garantito dalle risorse del bilancio dello stato alla pari della salute, dell'istruzione, della giustizia, ecc. Ma così come non c'è un solo modo di garantire la salute, l'istruzione e la giustizia, così non c'è un solo modo di garantire la sicurezza dell'Italia e degli italiani».
Il coordinatore della Tavola della Pace conclude con un invito all'Ammiraglio Di Paola: «Noi, per esempio, siamo convinti che è possibile tagliare le spese militari e aumentare la sicurezza degli italiani, dell'Europa e del resto del mondo. Vogliamo discuterne, caro ministro? Oppure preferisce continuare a dipingerci tutti come degli imbecilli, incompetenti e irresponsabili?».
da greenreport.it 16 gennaio 2012
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