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mercoledì 7 marzo 2012
In quelle case noi non c’eravamo
di Ranieri Razzante *
1.081.698 unità immobiliari urbane mai dichiarate. Una rendita (definitiva o presunta) pari a 817,39 milioni di euro. Secondo il Dipartimento delle Finanze, più di 450 milioni di gettito evaso.
Parliamo dei potenziali fabbricati non presenti nelle banche dati catastali, i cosiddetti immobili fantasma. Non scopriamo solo oggi, di certo, il fenomeno, ma i numeri, quando ufficiali, riflettono una realtà ben differente dall’immaginabile. Eppure l’attuale sistema dei controlli (quello basato sulla sovrapposizione delle ortofoto aeree ad alta risoluzione alla cartografia catastale) o semplicemente incrociando i dati delle utenze (telefoniche, forniture di luce, gas..), non consente – o non dovrebbe consentire – scampo a quei “furbi” che intendevano nascondere sotto il tappeto..una casa!
Certo, è da domandarsi cosa pensassero i proprietari delle suddette case, su quali ragionamenti basassero la loro evasione: magari erano semplicemente convinti che le autorità, per i controlli, contassero i comignoli all’orizzonte per sapere il numero degli immobili in città. Chissà!
Quello che sappiamo è che anche stavolta il sud – ahinoi! – mostra il peggio di sé: la maglia nera va a Cosenza (quasi 19.000 immobili scoperti), seguita da vicino da Reggio Calabria (più di 17.500); non fa meglio Roma (quasi 13.000) o Napoli (17.800). Molto meglio Milano, con “soli” 3700 immobili evasi, secondo le stime diramate dall’Agenzia del territorio. Il capoluogo più virtuoso è Aosta, per ovvi motivi.
Un avviso ai naviganti: è facile far sparire denaro, per quanto questo sia ignobile e pericoloso; gli immobili no. Evadere non è solo un comportamento illegale, ma anche incivile: genera soprattutto disvalore sociale, quello stesso che costringe la stragrande maggioranza degli italiani ad affrontare con difficoltà questa crisi senza fine. Senza contare che se non si dichiara un immobile, questo giace senza possibilità di essere ceduto, ingessando a maggior ragione il mercato immobiliare limitando l’offerta e aggravando la già gravosa emergenza abitativa.
E facendo favori più o meno indiretti alla mafia, alla quale, proprio in questi giorni, di appartamenti e beni ne hanno sequestrati in gran quantità.
* dal blog su: www ilfattoquotidiano.it; ha collaborato Mirko Barbetti - 7 marzo 2012
Certo, è da domandarsi cosa pensassero i proprietari delle suddette case, su quali ragionamenti basassero la loro evasione: magari erano semplicemente convinti che le autorità, per i controlli, contassero i comignoli all’orizzonte per sapere il numero degli immobili in città. Chissà!
Quello che sappiamo è che anche stavolta il sud – ahinoi! – mostra il peggio di sé: la maglia nera va a Cosenza (quasi 19.000 immobili scoperti), seguita da vicino da Reggio Calabria (più di 17.500); non fa meglio Roma (quasi 13.000) o Napoli (17.800). Molto meglio Milano, con “soli” 3700 immobili evasi, secondo le stime diramate dall’Agenzia del territorio. Il capoluogo più virtuoso è Aosta, per ovvi motivi.
Un avviso ai naviganti: è facile far sparire denaro, per quanto questo sia ignobile e pericoloso; gli immobili no. Evadere non è solo un comportamento illegale, ma anche incivile: genera soprattutto disvalore sociale, quello stesso che costringe la stragrande maggioranza degli italiani ad affrontare con difficoltà questa crisi senza fine. Senza contare che se non si dichiara un immobile, questo giace senza possibilità di essere ceduto, ingessando a maggior ragione il mercato immobiliare limitando l’offerta e aggravando la già gravosa emergenza abitativa.
E facendo favori più o meno indiretti alla mafia, alla quale, proprio in questi giorni, di appartamenti e beni ne hanno sequestrati in gran quantità.
* dal blog su: www ilfattoquotidiano.it; ha collaborato Mirko Barbetti - 7 marzo 2012
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