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giovedì 19 aprile 2012
Termovalorizzazione: nel 2010 invariato il numero di inceneritori
ENEA e Federambiente hanno presentato a Roma la terza edizione del Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia. Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (dato invariato rispetto al 2009). Cresce leggermente la quantità di rifiuti trattata: da 4,58 Mt/a nel 2009 a 4,68 Mt/a nel 2010
ENEA e Federambiente hanno presentato giovedì 12 aprile a Roma la terza edizione del Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia che fornisce una fotografia aggiornata e dinamica del sistema industriale di valorizzazione energetica dei rifiuti urbani nel nostro Paese.
Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (dato invariato rispetto al 2009). Cresce leggermente la quantità di rifiuti trattata: da 4,58 Mt/a nel 2009 a 4,68 Mt/a nel 2010. Ecco di seguito una sintesi dei contenuti del rapporto (la versione integrale è scaricabile in allegato).
Il recupero energetico in Italia
Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (50 dei quali effettivamente operativi nel corso del 2010), dotati di 102 linee e di una capacità complessiva di trattamento pari a 7.123.316 tonnellate/anno (21.693 tonnellate/giorno), con una capacità termica di 2.925 Megawatt e una potenza elettrica installata di 783 Megawatt. 3 impianti sono in grado di trattare meno di 100 tonnellate/giorno, 24 si collocano fra 100 e 300 tonnellate giorno, 17 fra 300 e 600 e solo 6 (che però rappresentano da soli il 39,7% della capacità complessiva) superano le 600 tonnellate/giorno. Solo 2 impianti (a Rufina, in provincia di Firenze, e a Messina) su 53 si limitano a bruciare i rifiuti senza recuperare energia, ma per ambedue è prevista la trasformazione in termovalorizzatori. 29 impianti (con 59 linee) sono nelle regioni del Nord, 15 (23 linee) in quelle del Centro e 9 (20 linee) in quelle del Sud e Isole. Complessivamente, nel corso del 2009 è stato inviato a incenerimento il 12,7% dei rifiuti urbani raccolti in Italia.
Le tipologie degli impianti
I combustori a griglia sono il tipo di gran lunga più diffuso (82,3% della capacità di trattamento complessiva, seguiti dal letto fluido (14,8%), dal tamburo rotante (1,8%) e dal gassificatore (1,2%).
Il trattamento dei fumi
Le principali tecniche impiegate – singolarmente o in combinazione tra loro – per la rimozione degli inquinanti sono la depolverazione (filtri elettrostatici, filtri a maniche, cicloni); la rimozione dei gas acidi (sistemi “a secco”, “a semisecco”, “a umido”); rimozione degli ossidi d’azoto (azione selettiva catalitica o non catalitica). Rispetto alle precedenti edizioni del Rapporto le sezioni trattamento fumi degli impianti hanno subito una sensibile evoluzione.
I rifiuti trattati
Il 47,8% è rappresentato da rifiuti urbani indifferenziati; il 34,2% da frazione secca e CDR (combustibile derivato dai rifiuti); il 18,0% da rifiuti speciali e sanitari.
L'energia recuperata
Dal 2004 al 2010 la produzione d’elettricità dei termovalorizzatori è passata da 2.436 a 3.887 GWh; nello stesso periodo la produzione d’energia termica è cresciuta da 560 a 1.212 GWh.
I residui di trattamento
La produzione di scorie nel 2010 è stimata intorno a 963.000 tonnellate, alle quali vanno aggiunte circa 306.000 tonnellate di residui del trattamento dei fumi. Il 29,3% delle scorie è stato avviato a recupero, mentre il restante 70,7% è stato smaltito.
Gli sviluppi del sistema
Entro il 2014 è previsto un significativo incremento della capacità complessiva di trattamento e del relativo recupero energetico. Ciò per effetto della ristrutturazione e l’ampliamento di alcuni impianti, in particolare Modena, Roma e S. Vittore (FR), e la costruzione di nuovi impianti (Torino, Bolzano, Parma, Albano, Manfredonia, Modugno, Gioia Tauro).
Il testo integrale del rapporto sarà disponibile da martedì 17 aprile sul sito www.federambiente.it
3° Rapporto ENEA-Federambiente sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia - Comunicato stampa ENEA-Federambiente del 12.04.2012
Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (dato invariato rispetto al 2009). Cresce leggermente la quantità di rifiuti trattata: da 4,58 Mt/a nel 2009 a 4,68 Mt/a nel 2010. Ecco di seguito una sintesi dei contenuti del rapporto (la versione integrale è scaricabile in allegato).
Il recupero energetico in Italia
Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (50 dei quali effettivamente operativi nel corso del 2010), dotati di 102 linee e di una capacità complessiva di trattamento pari a 7.123.316 tonnellate/anno (21.693 tonnellate/giorno), con una capacità termica di 2.925 Megawatt e una potenza elettrica installata di 783 Megawatt. 3 impianti sono in grado di trattare meno di 100 tonnellate/giorno, 24 si collocano fra 100 e 300 tonnellate giorno, 17 fra 300 e 600 e solo 6 (che però rappresentano da soli il 39,7% della capacità complessiva) superano le 600 tonnellate/giorno. Solo 2 impianti (a Rufina, in provincia di Firenze, e a Messina) su 53 si limitano a bruciare i rifiuti senza recuperare energia, ma per ambedue è prevista la trasformazione in termovalorizzatori. 29 impianti (con 59 linee) sono nelle regioni del Nord, 15 (23 linee) in quelle del Centro e 9 (20 linee) in quelle del Sud e Isole. Complessivamente, nel corso del 2009 è stato inviato a incenerimento il 12,7% dei rifiuti urbani raccolti in Italia.
Le tipologie degli impianti
I combustori a griglia sono il tipo di gran lunga più diffuso (82,3% della capacità di trattamento complessiva, seguiti dal letto fluido (14,8%), dal tamburo rotante (1,8%) e dal gassificatore (1,2%).
Il trattamento dei fumi
Le principali tecniche impiegate – singolarmente o in combinazione tra loro – per la rimozione degli inquinanti sono la depolverazione (filtri elettrostatici, filtri a maniche, cicloni); la rimozione dei gas acidi (sistemi “a secco”, “a semisecco”, “a umido”); rimozione degli ossidi d’azoto (azione selettiva catalitica o non catalitica). Rispetto alle precedenti edizioni del Rapporto le sezioni trattamento fumi degli impianti hanno subito una sensibile evoluzione.
I rifiuti trattati
Il 47,8% è rappresentato da rifiuti urbani indifferenziati; il 34,2% da frazione secca e CDR (combustibile derivato dai rifiuti); il 18,0% da rifiuti speciali e sanitari.
L'energia recuperata
Dal 2004 al 2010 la produzione d’elettricità dei termovalorizzatori è passata da 2.436 a 3.887 GWh; nello stesso periodo la produzione d’energia termica è cresciuta da 560 a 1.212 GWh.
I residui di trattamento
La produzione di scorie nel 2010 è stimata intorno a 963.000 tonnellate, alle quali vanno aggiunte circa 306.000 tonnellate di residui del trattamento dei fumi. Il 29,3% delle scorie è stato avviato a recupero, mentre il restante 70,7% è stato smaltito.
Gli sviluppi del sistema
Entro il 2014 è previsto un significativo incremento della capacità complessiva di trattamento e del relativo recupero energetico. Ciò per effetto della ristrutturazione e l’ampliamento di alcuni impianti, in particolare Modena, Roma e S. Vittore (FR), e la costruzione di nuovi impianti (Torino, Bolzano, Parma, Albano, Manfredonia, Modugno, Gioia Tauro).
Il testo integrale del rapporto sarà disponibile da martedì 17 aprile sul sito www.federambiente.it
3° Rapporto ENEA-Federambiente sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia - Comunicato stampa ENEA-Federambiente del 12.04.2012
da ecodallecitta.it 12 aprile 2012
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