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martedì 11 gennaio 2011
GCT: resoconto 7° incontro nazionale del 3-4-5 gennaio 2010
1) Nell’incontro si è analizzato lo stato del processo di aggregazione degli ecologisti italiani, e discusso su come ristrutturare il GCT per sostenere con un progetto adeguato questo processo.
2) Il ruolo del GCT, che si limitava perlopiù alla elaborazione teorica del progetto e del processo (Cittadini del Pianeta: progetto di transizione dei 35 punti ), delegando poi totalmente ad altre organizzazioni l’iniziativa di un’articolazione territoriale, organizzativa e diffusiva del processo stesso, non risulta adeguato. Sembrano riproporsi processi di costituzione di piccoli poli tendenzialmente antagonisti fra loro nell’area che dovrebbe essere coinvolta nella prima fase del processo unitario, quella necessaria ad avere la “massa critica” iniziale; è quasi assente la volontà di coinvolgere le aree limitrofe (grillini, aree in uscita dalla sinistra, ma anche donne, nuovi animalisti, movimenti giovanili ..) Si continua addirittura a confondere i nuovi ecologisti italiani con i vecchi gruppi ambientalisti o con una nuova denominazione dei verdi. Conseguentemente lo stesso uso della parola ecologisti resta, al momento, problematico. Per avviare forme transitorie di aggregazione si è stimolata la nascita degli ecologisti del Piemonte e del Lazio.
3) Il Conclave del 29-30 gennaio, che da tempo avevamo proposto, stenta ad essere visto come un momento di confronto aperto in cui si misurino eventuali proposte diverse e si verifichi quanto hanno in comune per procedere ad un successivo passaggio della aggregazione; sembra tollerato da alcuni come un passaggio stretto verso la riproposizione di un partitino privo di alcuna forma di innovazione e con scarsa autonomia politico-culturale, da altri un po’ forzosamente descritto come appuntamento di un competitore moderato contrapposto ad un vero partitino anticasta in formazione; da molti comunque non viene percepito come un evento storico che condizionerà comunque i prossimi anni, ma come un incontro fra i tanti.
La proposta dei Tavoli nazionale e regionali e la definizione di 100 figure che pilotano il processo non è stata al momento capita, poco presa in considerazione, forse vista con sospetto e osteggiata, in quanto tutto diviene più trasparente e partecipato, e questo è alla base dell’ attuale impasse. C’è comunque ancora la possibilità nelle prossime settimane, di migliorare almeno in parte la prospettiva attuale, se prevalgono le pulsioni positive su quelle negative, facendo leva su una vocazione unitaria confusa ma diffusa alla base. Facendo leva anche sui nostri blog i cui contatti sono da 10 mesi in lenta costante salita (in particolare quello di GCT).
4) Si impone un’azione di supplenza da parte del GCT in termini di sollecitazione all’impegno politico di altri soggetti che finora sono stati alla finestra e di coagulo della base sociale che dovrebbe sostenere il processo di ricomposizione del movimento ecologista italiano. Oltre all’ opera diplomatica e di elaborazione intrapresa si dovrà procedere con nuovi strumenti, in particolare la aggregazione transitoria di una rete nazionale ecologista-civica di gruppi diversi che condividano almeno in parte l’idea della aggregazione larga, un portale nazionale che li tenga in rete ed altri strumenti utili (seminari, servizi comuni, rivista.. ) .Si è accennato a campagne nazionali per il 2011 (sistema proporzionale e democrazia / nuova mobilità / città in transizione / rinnovabili e nucleare) che si ridiscuteranno nel prossimo incontro previsto entro fine gennaio.
5) Le forme organizzative che assumerà il GCT da subito si baseranno sulla adesione attraverso:
a) la sottoscrizione di un brevissimo manifesto (allegato)
b) il sostegno economico al GCT di 10 euro al mese ( base) con quote più alte per chi può ed una quota ridotta a 5 euro per chi ne richiede l’applicazione. Con cadenza semestrale gen/giugno – luglio/ dic. e con diverse forme di raccolta. L’autofinanziamento andrà comunque assicurato anche attraverso altre strade (contributo a seminari, pubblicità ecocompatibile sull’insieme degli strumenti in rete e su carta, azioni cooperative.. ).
c) l’indicazione della propria competenza ed esperienza e dell’area di impegno possibile.
6) La partecipazione agli incontri nazionali anche di osservatori verrà fortemente allargata a partire dai molti che ci contattano e non ricevono risposta per mancanza di strutture idonee a farlo (molte decine negli ultimi mesi ). Già nel 7° incontro, convocato 6 giorni prima in periodo festivo, si sono mandati 75 inviti con 26 presenti (11 donne) da 5 regioni. (quasi metà, alcuni sicuramente interessati, non hanno letto l’invito per assenza o vacanza già in corso)
7) Scartando l’ipotesi di mailing list libera come forma di comunicazione (considerata inadeguata e sbagliata) o il giro non virtuoso di mail casuali, si attrezzerà un group (google?) con un moderatore responsabile per far circolare fra gli aderenti news, documenti e contributi importanti evitando i meccanismi inconcludenti di facebook o delle mailing-list .
8) Dalla fase transitoria di riorganizzazione il GCT dovrà uscire non solo come pensatoio indipendente, ma anche come elemento pratico di organizzazione sociale, culturale, economica, con l’estensione della presenza territoriale e la assunzione di competenze necessarie ad oggi non presenti ne ricercate e con un legame più diretto con i movimenti come si è fatto in parte nella scadenza antinucleare del 6-7 novembre, da noi promossa . Gli EcoHub multifunzione nel territorio sono in prospettiva la sede fisica di questa nuova organizzazione, nodi territoriali delle reti orizzontali e verticali (al di là del GCT) che vanno messe in comunicazione.
Per il GCT in prospettiva si dovrà andare alla costituzione di una Fondazione partecipata, già decisa da tempo ma non attuata.
9) L ’allargamento di ruolo non dovrà pregiudicare minimamente le caratteristiche genetiche del GCT il cui valore consiste nell’approccio originale teorico ( “verso la casa comune di tutti gli ecologisti italiani “, non di uno o l’altro dei suoi frammenti ), europeo ( riferimento al pensiero innovatore di Cohn Bendit e all’esperienza tedesca, entrambe totalmente ignorate o incomprese in Italia) e nel non farsi coinvolgere ne scontrarsi pubblicamente con le dinamiche settarie, opportuniste, non trasparenti, (stato liquido, per tutti contro nessuno ).Dobbiamo rendere pubblico, largo, trasparente, comprensibile, partecipato, ogni passaggio e contenuto.
10) Sarà necessario aprire le porte del GCT e nello stesso tempo circoscrivere la partecipazione, chiarire gli equivoci e applicare i criteri indicati di appartenenza al GCT con un processo graduale ma chiaro. Il GCT, pur avendo un seguito crescente di generici amici, simpatizzanti, sostenitori, deve avere aderenti, i più numerosi possibili, che però ne comprendano il carattere innovativo ed originale senza equivoci. Non è utile un proselitismo a tutti i costi se non si comprende il progetto. Precisando gradualmente anche le forme di partecipazione e democrazia interna e la tutela contro possibili snaturamenti (lucchetti). Prendendo atto che solo con il tempo (e non sempre) chi si avvicina al GCT comprende e condivide l’insieme progettuale che è alla base del gruppo, lontano da interessi elettorali o dirigisti ma basato sulla equi-valenza delle 4 gambe (politica-sociale-culturale-economica). Con l’obiettivo di avviare una trasformazione del paese e non dei propri destini personali. ( mission etica) e ribadendo che, di fronte alla critica frequente di “sognatori” rivendichiamo di sostenere l’unica ipotesi “realistica” di cambiamento (l’aggregazione fra diversi nel grande arcipelago ecologista e civico e l’autonomia dal vecchio sistema dei partiti italiano ).
Manifesto di Adesione al GCT
Per il progetto della casa comune di tutti gli ecologisti italiani
"Con il termine ECOLOGISTA intendiamo una vasta area culturale e sociale trasversale ed esterna ad ogni schieramento politico, che rivendica il diritto-dovere ad una relazione armonica tra uomo e natura, tra esseri umani, tra uomo e donna, e all’interno dell’uomo tra vita e coscienza.
E' una cultura nella quale si esprimono le associazioni ed i movimenti ambientalisti, nonviolenti, dei diritti civili, di solidarietà e giustizia sociale, di lotta alle mafie, alla casta ed alla corruzione, di trasformazione della coscienza, e che lavorano in difesa delle comunità e del bene comune , per il riconoscimento, l'accoglienza ed il pieno rispetto di ogni forma di spiritualità e di differenza tra gli esseri viventi.
Il GCT, come parte integrante ed attiva di quest'area si propone tre obiettivi:
E' una cultura nella quale si esprimono le associazioni ed i movimenti ambientalisti, nonviolenti, dei diritti civili, di solidarietà e giustizia sociale, di lotta alle mafie, alla casta ed alla corruzione, di trasformazione della coscienza, e che lavorano in difesa delle comunità e del bene comune , per il riconoscimento, l'accoglienza ed il pieno rispetto di ogni forma di spiritualità e di differenza tra gli esseri viventi.
Il GCT, come parte integrante ed attiva di quest'area si propone tre obiettivi:
-riunire in un'unica aggregazione i vari gruppi e movimenti dell’area ecologista e civica attraverso un progetto per la transizione economica, sociale, politica, culturale verso un'altra Italia possibile.
-contribuire alla realizzazione di programma ecologista che superi l’idea della crescita senza limiti e infinita e dia risposte concrete alle richieste di cambiamento virtuoso del paese, in collegamento con i diversi movimenti ecologisti e verdi in Europa e nel mondo.
-promuovere nuovi strumenti di organizzazione nel territorio e di comunicazione in rete del movimento ecologista.
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