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venerdì 10 agosto 2012
Mese di agosto: semina, raccolto e lavori nell'orto
Il mese di agosto è sicuramente uno dei periodi più impegnativi per quanto riguarda la cura dell'orto. Chi ha a disposizione alcuni giorni di vacanza, potrà dedicare una parte di essi al raccolto o alla semina di ortaggi e piantine che potranno iniziare a dare i loro frutti entro l'annata in corso o che potranno essere prescelte in previsione del raccolto che si vorrà ottenere per l'annata successiva.
Ecco come organizzare al meglio semine, trapianti e raccolti anche facendo riferimento al calendario lunare.
Cosa seminare in agosto
In agosto potranno essere seminati carciofi, bietole, cicoria, cavoli, indivia, lattuga, fagioli, finocchi, carote, cipolle, prezzemolo, scarola, spinaci, zucchine, ravanelli, rape e rucola.
Cicoria, bietole, carote, fagioli, finocchi, carciofi, rucola e lattuga potranno essere raccolti nei mesi di ottobre e novembre.
Per quanto riguarda le carote e le lattughe, si dovrebbero scegliere le varietà autunnali per la semina.
Gli spinaci possono essere seminati a partire dalla fine di agosto al fine di poterli raccogliere durante l'autunno. Il prezzemolo potrà invece essere raccolto in primavera, mentre i finocchi fruttificheranno entro la fine di novembre.
Consigli per la semina
La semina, per ottenere un raccolto di maggiore successo, dovrebbe essere sempre effettuata all'interno di semenzai, che possono essere ottenuti bucherellando il fondo di bicchierini o piccoli contenitori di plastica (i vasetti dello yogurt sono perfetti per questo scopo). Ogni vasetto dovrà essere innaffiato preferibilmente utilizzando un contenitore per l'acqua dotato di spray, in modo da ottenere una corretta umidità degli strati di terra più superficiali, dove si trovano i semi. Questo metodo di semina vi consentirà di selezionare le piantine più resistenti e di organizzare meglio gli spazi a vostra disposizione, sia che abbiate a disposizione un orto vero e proprio, sia che decidiate di trasferire le vostre piantine in semplici vasi. La rucola può anche essere seminata direttamente in vasi rettangolari o in cassette di legno di cui ricoprire il fondo con uno strato di tessuto impermeabile, facendo attenzione a distanziare bene i semi l'uno dall'altro.
Il raccolto del mese di agosto
Come già preannunciato, il raccolto del mese di agosto è molto ricco. A seconda di ciò che avete seminato nei mesi precedenti, potrete raccogliere angurie, basilico, barbabietole rosse, biete, broccoletti, cetrioli, cipolle, fagioli, melanzane, zucchine, zucche estive, peperoni, pomodori e sedano.
Varietà da trapiantare in agosto
Per quanto riguarda il trapianto, nel mese di agosto, a seconda di quanto seminato in precedenza all'interno dei semenzai, potrete approfittare del vostro tempo a disposizione per occuparvi del trapianto di: carciofi, barbabietole, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolfiore, cavolo verza, cicoria, sedano e sedano rapa.
I lavori nell'orto secondo il calendario lunare
Luna crescente
Approfittate dei giorni di luna crescente per il raccolto di pomodori, peperoni, zucchine, cetrioli, fagioli e barbabietole, oltre che per la semina di lattuga e spinaci. Essi saranno i momenti ideali anche per la raccolta delle erbe officinali.
Avremo luna crescente nei giorni dell'1 e del 2 agosto e dal 19 al 31 agosto 2012.
Luna calante
Quando la luna è calante, si consiglia di procedere alla raccolta delle cipolle, alla semina di biete, finocchi e cavolo cappuccio ed al trapianto dei porri, oltre che alla cimatura di pomodori, cetrioli, meloni e angurie. I giorni di luna calante sono anche il periodo ideale per estirpare le erbacce, affinché ricrescano più lentamente.
La luna sarà calante dal 4 al 16 agosto 2012.
Buona crescita a tutti
• da www.greenme.it 1 Agosto 2012
domenica 8 luglio 2012
Negozio leggero: la spesa ecologica a Roma

Due le parole chiave: riduzione dei rifiuti e dei prezzi grazie all’eliminazione degli imballaggi e ricerca, perché dietro al progetto c’è un ente di ricerca che analizza tutte le filiere produttive e in negozio a servire vi sono ricercatori, che utilizzano il momento della vendita per informare i consumatori su quello che stanno acquistando.
L’idea di creare una rete di negozi specializzati nella vendita esclusiva di prodotti sfusi è nata dai ricercatori di Ecologos che nel 2009 hanno aperto il primo punto vendita a Torino.
Ecologos è un ente di ricerca ambientale che da anni lavora sul tema della riduzione degli impatti ambientali e dell’uso di energia e materie prime. Ne sono un esempio i progetti nazionali per la distribuzione di detersivo alla spina nella GDO, progetto avviato nel 2009 anche con la Regione Lazio e il progetto Riducimballi (www.riducimballi.it) che, sempre nel Lazio, vede coinvolti oltre 30 Comuni che hanno attivato sul loro territorio diversi percorsi di riduzione dei rifiuti alla fonte tra cui la “Fontana Leggera” per la distribuzione di acqua pubblica liscia e gasata. La rete dei negozi è gestita operativamente dalla Società Cooperativa Rinova, realtà costituita da giovani imprenditori provenienti dalle più diverse formazioni che, oltre ad offrire lavoro qualificato per la gestione interna dei negozi, permette a futuri imprenditori di affiliarsi attraverso il meccanismo del franchising e creare quindi nuova occupazione dislocata sul territorio. Il negozio di Roma sarà gestito infatti da due giovani imprenditrici che hanno deciso di dare una svolta alla loro vita lavorativa, sposando gli obiettivi e le finalità di Negozio Leggero e offrendo un nuovo servizio al territorio romano.
Come funziona il Negozio Leggero
La distribuzione “alla spina” di prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona offre la possibilità di acquistare prodotti senza imballaggio, contribuendo a ridurre la produzione dei rifiuti domestici. Inoltre la ricerca della qualità e il controllo di filiera fatto su tutte le referenze permettono di avere prodotti di alta gamma ad un prezzo inferiore rispetto al corrispettivo confezionato. In questo modo il cittadino risparmia risorse ambientali ed economiche in un unico punto vendita. La riduzione dei prezzi è legata all’eliminazione degli imballaggi, che oltre a pesare nella gestione dei conti pubblici a causa degli importanti costi di gestione dei rifiuti, incidono anche quotidianamente sulle tasche dei cittadini al momento dell’acquisto dei prodotti, l’incidenza varia dal 30% al 70% a seconda dei singoli prodotti! Il cittadino quindi può portare i propri contenitori da casa e riempirli con i prodotti desiderati; in negozio è comunque possibile trovare una gamma di contenitori durevoli da acquistare solo la prima volta e riutilizzare ciclicamente per la propria spesa.
Spazio alla
cultura
I locali del Negozio Leggero non sono utilizzati esclusivamente per la vendita dei prodotti ma anche per creare cultura ambientale e alimentare. Il primo e fondamentale scambio lo si ha nel momento dell’acquisto, quando i ricercatori che gestiscono il negozio hanno modo di informare dettagliatamente il cittadino sulle caratteristiche dei prodotti e più in generale sulle tematiche ambientali e sul risparmio delle risorse naturali. Viene inoltre proposto mensilmente un calendario di incontri tematici, corsi di approfondimento, presentazioni di libri e laboratori pratici di cosmesi naturale, cucina o saponificazione casalinga, per permettere a tutti di avvicinarsi ad un nuovo stile di vita di cui si sente sempre più la necessità. Tutto questo in un negozio di vicinato, perché crediamo che sia sempre utile creare spazi trasversali per socializzare, informarsi, scambiarsi opinioni… e fare la spesa!
I locali del Negozio Leggero non sono utilizzati esclusivamente per la vendita dei prodotti ma anche per creare cultura ambientale e alimentare. Il primo e fondamentale scambio lo si ha nel momento dell’acquisto, quando i ricercatori che gestiscono il negozio hanno modo di informare dettagliatamente il cittadino sulle caratteristiche dei prodotti e più in generale sulle tematiche ambientali e sul risparmio delle risorse naturali. Viene inoltre proposto mensilmente un calendario di incontri tematici, corsi di approfondimento, presentazioni di libri e laboratori pratici di cosmesi naturale, cucina o saponificazione casalinga, per permettere a tutti di avvicinarsi ad un nuovo stile di vita di cui si sente sempre più la necessità. Tutto questo in un negozio di vicinato, perché crediamo che sia sempre utile creare spazi trasversali per socializzare, informarsi, scambiarsi opinioni… e fare la spesa!
Elenco punti vendita:Torino – via Napione 37/E / Torino – via San Tommaso 5 / Novara – viale Roma 6/C / Milano – via Anfossi 13 - Asti – P.zza Statuto 25 / Roma – via Chiabrera 80
Per maggiori
informazioni: www.negozioleggero.it
mercoledì 30 maggio 2012
Rifiuti:assemblea nazionale il 16 giugno a Roma
APPELLO PER UN PRIMO CONFRONTO NAZIONALE DEI COMITATI IN
LOTTA CONTRO DISCARICHE ED INCENERITORI
La logica dell’emergenza e del commissariamento straordinario
con cui, per oltre 15 anni, è stata affrontata la gestione dei rifiuti in
Campania, sembra attecchire in molte altre regioni ed in particolare in quelle
del centro-Sud. Il caso Lazio è solo ultimo in ordine di tempo. L’utilizzo
dell’emergenza sta consentendo non solo la deroga alle precedenti leggi
nazionali ed europee in materia ambientale, ma, trasformando gli impianti in
siti di importanza strategica nazionale, ha permesso la militarizzazione dei
territori e la repressione dei comitati e delle comunità che si oppongono all’apertura di nuove
discariche e di inceneritori (v. ultima quella contro i comitati anti
inceneritore di Albano). Un precedente che sta trovando attuazione anche nei
casi delle grandi opere come il TAV.
Dietro questa scelta c’è una concezione affaristica della
gestione dei rifiuti.
La gestione dei rifiuti è diventata, infatti, il grande
business per un settore non marginale dell’imprenditoria italiana (da
Marcegaglia ad Impregilo a Cerroni), grazie agli ampi incentivi statali al
recupero di energia ed alle privatizzazioni previste nel settore. Tutti i Piani
Rifiuti regionali adottati, rispondendo a questi interessi, prevedono il ricorso alle discariche ed agli
impianti di combustione per il recupero dell’energia dai rifiuti. In altre
parole sono all’insegna del ciclo integrato dei rifiuti dove gli stessi
processi di raccolta, selezione, differenziazione, sono finalizzati
all’ottimizzazione del recupero di energia.
In una fase di profonda crisi economica la cosiddetta
green economy, subdolamente spacciata come nuovo sviluppo sostenibile ed
ottimizzazione delle risorse, sta diventando sempre più la nuova frontiera per
trarre profitto dallo sfruttamento del territorio e dai beni comuni.
Di fronte ad una devastazione senza precedenti del
territorio e della salute non si può continuare ad andare in ordine sparso. La
lotta dei comitati contro le discariche e gli inceneritori, contro tutti gli
impianti di combustione, contro le discariche di rifiuti speciali compresi i
depositi delle scorie nucleari, deve trovare un momento di confronto per
superare il ridotto regionale ed avviare un processo di unificazione delle
mobilitazioni. E’ questo l’unico modo per riuscire ad imporre alla nostra
comune controparte – il governo nazionale - una gestione alternativa e
compatibile dei rifiuti e per fermare la speculazione sui nostri territori.
Per gestione alternativa e compatibile dei rifiuti,
intendiamo una gestione che muovendo dalla riduzione a monte dei rifiuti, e
cioè dalla produzione e dalla riprogettazione dei materiali finalizzate alla
riduzione di sprechi ed alla commercializzazione di beni prodotti con soli materiali riciclabili,
approdi al riciclo e recupero totale dei materiali nella fase del cosiddetto
smaltimento del bene consumato.
Questo si traduce nell’opposizione ferma, non solo alle
discariche ed agli inceneritori, ma, alla luce delle conferme derivanti dagli
ultimi provvedimenti del Ministro Clini, a tutti gli impianti di recupero di
energia dai rifiuti (dalla combustione nei cementifici e nelle centrali
elettriche, alla biodigestione, agli impianti a biomasse) che non a caso godono
di contributi sottratti alle vere energie rinnovabili.
Si traduce nella attivazione ovunque di una raccolta
differenziata porta a porta finalizzata alla filiera dei materiali per il
riciclo e recupero totale della materia.
Non ci sono scappatoie regionali che tengano. A noi
appare chiaro che non si esce dall’emergenza di una regione esportando i propri
rifiuti per alimentare inceneritori del tutto simili ai nostri che producono
nanoparticelle cancerogene e mutagene con gravi danni alle popolazioni
locali. Che sia verso altre città
italiane o verso l’estero, come sta facendo la Campania, questo serve a
contrapporre le comunità, la monnezza degli uni contro quella degli altri
facendo il gioco di chi sulla nostra pelle e la nostra terra vuole continuare a
lucrare.
Per contrapporci alla gestione monopolistica ed
affaristica dei rifiuti e dei megaimpianti tossici, per imporre SUBITO una
gestione dei rifiuti alternativa e compatibile sia sul piano ambientale che
sociale, è necessario unire le forze in un unico movimento che sia autonomo da
strumentalizzazioni siano esse di partiti o di istituzioni.
Per questo invitiamo tutti i comitati, i cittadini, le
reti, attivi sui territori a partecipare all’assemblea nazionale che si terrà a
Roma il 16 giugno per confrontarci sui percorsi unitari da avviare per
rilanciare un’efficace battaglia su questo tema.
Rete campana salute e ambiente- Coordinamento contro
l'inceneritore di Albano- Mov. Difesa del Territorio Area Vesuviana- Collettivo
Area Vesuviana - Cittadini Campani per un Piano Alternativo dei Rifiuti -
Comitato 'NO DISCARICHE Comuni a Nord di Napoli- Presidio Permanente di Quarto
contro discariche ed inceneritori-
Riprendiamoci napoletani onlus - Comitato La Ginestra di Terzigno-
Coordinamento "No Inceneritori" di Ponticelli- Associazione Marco
Mascagna - Associazione Melting Pot - Comitato Donne 29 Agosto di Acerra - Ass.
Abitanti Attivi S. Maria C.V. - Consulta per la Salute di S. Maria C.V. -
Cilento oltre il rifiuto - Presidio
Taverna del Re - Comitato rifiuti zero
di Cerveteri - Comitato rifiuti zero Fiumicino - Rifiuti Zero Torino -
Coordinamento Ambientale Rifiuti Piemonte (Carp)- Coordinamento Riano No
Discarica, SOS Discarica Riano, Comitato Rifiuti Zero Riano - Unità di Crisi No
Discariche nel Nolano - Federazione AssoCampaniaFelix- Rete Commons ( Presidio
Permanente di Chiaiano e di Mugnano - Comitato Civico Cambiamo Mugnano) -
Comitato "Salviamo Villa Adriana" - Uniti contro la discarica - No
alla discarica a Corcolle - No Nat - Presidio permanente Quadro Alto e Pian
dell'Olmo (Riano) – E.C.O. della fascia costiera - Comitato NO Gassificatore di
Capua - CO.RE.Ri Cordinamento Regionale rifiuti della Campania
martedì 15 maggio 2012
Spending Review sull'illuminazione pubblica
![]() La sostanza di quanto qui descritto è stata ufficialmente portata all'attenzione del Governo mediante PEC all'Ufficio del Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri il giorno 2 maggio alle ore 9:07 (prima della richiesta di aiuto del Governo, quindi dovremmo essere tra i primi della lunga fila di proposte inviate). La situazione italiana, se confrontata con gran parte delle altre nazioni europee, risulta essere paradossale. A fronte di una inesistente autoproduzione di materie prime per la generazione di energia elettrica, l'Italia risulta essere tre i paesi più spreconi, seconda sola alla Spagna (tabella 1). L'Italia consuma pro capite più del doppio della Germania e quasi il triplo di Gran Bretagna, Olanda e Irlanda.
Tabella 1. Dati di consumo di alcune nazioni europee (dati Universidad Complutense de Madrid, tranne che per l'Italia, dati Terna).
Come si vede dall'istogramma di figura 1, l'Italia risulta essere la
nazione, tra le europee studiate, con il numero più alto di apparecchi
per area urbanizzata. Il doppio o più di Francia, Belgio, Gran Bretagna,
Irlanda, Germania, Austria, Danimarca.
Figura 1. Numero di punti luce per ogni km2 urbanizzato.
In figura 2 si vede che la potenza media degli apparecchi istallati
in Italia è molto superiore alla media europea, circa doppia di quelli
olandesi o britannici.
Figura 2. Potenza media per punto luce (in watt).
In figura 3 l'Italia risulta essere quella che consuma di più per
superficie illuminata, al pari della Spagna, con una potenza al metro
quadrato doppia di Portogallo e Francia, tripla di Irlanda, Germania e
Olanda e quadrupla della Gran Bretagna.
Figura 3. Potenza per superficie urbanizzata (w/m2). I grafici di figura 1, 2 e 3 sono tratti da da Diffrential Photometric Study of the European Light Emission to the Space di Alejandro Sànchez De Miguel (ASAAF-UCM. Department of Astrophysics and Atmospheric Sciences, Universidad Complutense de Madrid. GPC. Spain.), In Starlight - A Common Heritage, Cipriano Marin Editor. Starlight Initiative and IAC Publishers.
I dati presentati rendono evidente quali possano essere i potenziali
risparmi per la nostra nazione. Senza riportare tutti al buio, ma
semplicemente 'abbassandoci' al livello di nazioni quali la Germania o
la Gran Bretagna, possiamo arrivare a risparmiare oltre la metà di
quanto attualmente spendiamo, recuperando circa mezzo miliardo di euro
ogni anno. Questo senza dover licenziare nessuno e senza altri 'danni'
collaterali che le operazioni di taglio alla spesa pubblica normalmente
hanno.Con le proposte ulteriori di CieloBuio i risparmi ottenibili potrebbero essere ancora superiori, senza diminuire la sicurezza, peraltro non legata all'illuminazione. La proposta di CieloBuio CieloBuio quindi suggerisce al Governo di adottare le seguenti misure: a) lo spegnimento di tutti gli impianti di illuminazione pubblica al di fuori del limite urbano delle città; b) lo spegnimento delle luci per i monumenti e gli edifici storici dopo le 23; c) L'uso a pieno regime dei riduttori di flusso, laddove esistenti, durante l'intero arco della notte; in assenza di riduttori, attuare durante l'intero arco della notte il punto seguente: d) lo spegnimento di metà dei punti luce delle strade italiane dopo le ore 23 (già abbiamo visto che sono il doppio di quelli della maggioranza delle altre nazioni europee);Ulteriori azioni possibili e consigliabili: e) lo spegnimento degli impianti dei privati non connessi alla produzione; f) una modifica del meccanismo perverso che permette l'escalation del numero di punti luce nelle nuove urbanizzazioni; g) imposizione di una tempistica per ottenere, entro il 2015, il dimezzamento dei consumi, ovvero di un consumo pro capite di 50 kWh/anno o meno e di un flusso luminoso pro capite di 1000 lumen, da diminuire ulteriormente negli anni successivi; h) imposizione di efficaci norme tecniche per la limitazione dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico anche nelle regioni oggi prive di normative valide: - apparecchi completamente schermati, ad annullare le emissioni verso l’alto; - impianti ad alto rendimento complessivo, non inferiore al 60%; - lampade della massima efficienza possibile e dal minimo contenuto di luce con lunghezza d'onda inferiore a 540 nm; - luminanza e illuminamenti massimi non superiori a quelli minimi indicati dalle norme tecniche, eventuale riduzione per legge degli attuali valori consigliati. Un'azione aggiuntiva, apparentemente, estrema, porterebbe ad ulteriori risparmi: i) dopo le 23, lo spegnimento totale dell'illuminazione stradale, con l'eccezione dei punti luce prossimi agli incroci; I punti da a) a d) non comportano alcuna controindicazione ed anzi non sarebbero probabilmente neppure notati. Il punto e) non comporta un risparmio diretto delle casse pubbliche, ma riduce sostanzialmente i danni da inquinamento luminoso, compresi quelli alla sicurezza stradale per i noti fenomeni di abbagliamento e di distrazione. I punti f) e g) contribuiscono a mantenere sotto controllo la spesa nel futuro. Il punto h) ridurrebbe drasticamente l’impatto ambientale della luce artificiale notturna, costituendone le basi per la sostenibilità e la eco-compatibilità. Il punto i) è adottato in buona parte degli Stati Uniti per le zone residenziali. Per compensare la percepita, non reale, diminuzione di sicurezza è possibile incrementare l'uso di sistemi di segnalazione e di sicurezza passivi, non energivori (es. segnaletica orizzontale e verticale, cat-eyes). Anche in assenza di direttive centrali, i Comuni possono comunque porre in atto la maggioranza dei punti suggeriti. E' evidente però che un intervento deciso, nella direzione da noi indicata, da parte del Governo porterebbe a risultati molto più certi e a vantaggi diffusi su tutto il territorio nazionale. Per inviare la propria segnalazione: richiesta segnalazioni del Governo: http://www.governo.it/GovernoInforma/spending_review/index.html form "Esprimi un opinione": http://www.governo.it/spendingreview/RedWeb_Form.htm Per ulteriori approfondimenti: http://www.starlight2007.net/pdf/StralightCommonHeritage.pdf http://www.interempresas.net/Energia/Articulos/49592-El-alumbrado-publico-espanol-el-de-mayor-gasto-electrico-por-habitante-en-Europa.html http://www.eup4light.net/assets/pdffiles/Final/VITOEuPStreetLightingFinal.pdf da http://cielobuio.org 4 Maggio 2012 |
mercoledì 2 maggio 2012
Lazio, l'equilibrio dei siti Natura 2000 va conservato
Il Commissario Ue all'Ambiente
risponde ad Andrea Zanoni e Niccolò Rinaldi (Eurodeputati IdV): È possibile
costruire in un sito Natura 2000 ma solo in nome dell'interesse pubblico e
mantenendo l'equilibrio ambientale. Zanoni: “Sorveglieremo l'operato della
Giunta Polverini”

Lo fa sapere Andrea Zanoni citando la risposta del Commissario Ue all'Ambiente Janez Potočnik all'interrogazione parlamentare che ha presentato insieme al collega Niccolò Rinaldi sulla delibera regionale del 16 dicembre 2011 in merito alla gestione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) nel Lazio.
Con questa delibera la Regione
Lazio si è arrogato il diritto di approvare all’interno di aree ZPS e ZSC e per
motivi di “rilevante interesse pubblico”, inclusi motivi di natura sociale o
economica che sono definiti dalla Giunta stessa, anche progetti che hanno avuto
una valutazione negativa d’incidenza ambientale (ad esempio cave e nuove
strade). “Con la scusa dell'interesse pubblico, la Giunta Polverini ha
cercato un cavillo per portare altro cemento nelle zone naturalistiche del
Lazio, usando, come spesso succede in Italia, la deroga come un'arma politica”,
commenta l'Eurodeputato.
“La Direttiva 92/43/CEE
prevede sì la possibilità di un'eccezione, ma solo in situazioni estremamente
particolari e con l'obbligo da parte della Regione di mantenere l'equilibrio
generale del sito Natura 2000 – conclude Zanoni – da Bruxelles terremo
la situazione sotto controllo affinché non si cerchi l'ennesima scappatoia ai
danni dell'ambiente”.
Comunicato
stampa 27 aprile 2012 Ufficio Stampa
On. Andrea Zanoni
Email stampa@andreazanoni.it Tel (Bruxelles) +32 (0)2 284 56 04 Tel (Italia) +39 0422 59 11 19
Sito www.andreazanoni.it Twitter Andrea_Zanoni
nella foto: I siti della Rete Natura 2000 in Lazio. In verde le ZPS in blu i SIC (rielaborazione da fonte regionale).
nella foto: I siti della Rete Natura 2000 in Lazio. In verde le ZPS in blu i SIC (rielaborazione da fonte regionale).
giovedì 19 aprile 2012
Termovalorizzazione: nel 2010 invariato il numero di inceneritori
ENEA e Federambiente hanno presentato a Roma la terza edizione del Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia. Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (dato invariato rispetto al 2009). Cresce leggermente la quantità di rifiuti trattata: da 4,58 Mt/a nel 2009 a 4,68 Mt/a nel 2010
ENEA e Federambiente hanno presentato giovedì 12 aprile a Roma la terza edizione del Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia che fornisce una fotografia aggiornata e dinamica del sistema industriale di valorizzazione energetica dei rifiuti urbani nel nostro Paese.
Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (dato invariato rispetto al 2009). Cresce leggermente la quantità di rifiuti trattata: da 4,58 Mt/a nel 2009 a 4,68 Mt/a nel 2010. Ecco di seguito una sintesi dei contenuti del rapporto (la versione integrale è scaricabile in allegato).
Il recupero energetico in Italia
Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (50 dei quali effettivamente operativi nel corso del 2010), dotati di 102 linee e di una capacità complessiva di trattamento pari a 7.123.316 tonnellate/anno (21.693 tonnellate/giorno), con una capacità termica di 2.925 Megawatt e una potenza elettrica installata di 783 Megawatt. 3 impianti sono in grado di trattare meno di 100 tonnellate/giorno, 24 si collocano fra 100 e 300 tonnellate giorno, 17 fra 300 e 600 e solo 6 (che però rappresentano da soli il 39,7% della capacità complessiva) superano le 600 tonnellate/giorno. Solo 2 impianti (a Rufina, in provincia di Firenze, e a Messina) su 53 si limitano a bruciare i rifiuti senza recuperare energia, ma per ambedue è prevista la trasformazione in termovalorizzatori. 29 impianti (con 59 linee) sono nelle regioni del Nord, 15 (23 linee) in quelle del Centro e 9 (20 linee) in quelle del Sud e Isole. Complessivamente, nel corso del 2009 è stato inviato a incenerimento il 12,7% dei rifiuti urbani raccolti in Italia.
Le tipologie degli impianti
I combustori a griglia sono il tipo di gran lunga più diffuso (82,3% della capacità di trattamento complessiva, seguiti dal letto fluido (14,8%), dal tamburo rotante (1,8%) e dal gassificatore (1,2%).
Il trattamento dei fumi
Le principali tecniche impiegate – singolarmente o in combinazione tra loro – per la rimozione degli inquinanti sono la depolverazione (filtri elettrostatici, filtri a maniche, cicloni); la rimozione dei gas acidi (sistemi “a secco”, “a semisecco”, “a umido”); rimozione degli ossidi d’azoto (azione selettiva catalitica o non catalitica). Rispetto alle precedenti edizioni del Rapporto le sezioni trattamento fumi degli impianti hanno subito una sensibile evoluzione.
I rifiuti trattati
Il 47,8% è rappresentato da rifiuti urbani indifferenziati; il 34,2% da frazione secca e CDR (combustibile derivato dai rifiuti); il 18,0% da rifiuti speciali e sanitari.
L'energia recuperata
Dal 2004 al 2010 la produzione d’elettricità dei termovalorizzatori è passata da 2.436 a 3.887 GWh; nello stesso periodo la produzione d’energia termica è cresciuta da 560 a 1.212 GWh.
I residui di trattamento
La produzione di scorie nel 2010 è stimata intorno a 963.000 tonnellate, alle quali vanno aggiunte circa 306.000 tonnellate di residui del trattamento dei fumi. Il 29,3% delle scorie è stato avviato a recupero, mentre il restante 70,7% è stato smaltito.
Gli sviluppi del sistema
Entro il 2014 è previsto un significativo incremento della capacità complessiva di trattamento e del relativo recupero energetico. Ciò per effetto della ristrutturazione e l’ampliamento di alcuni impianti, in particolare Modena, Roma e S. Vittore (FR), e la costruzione di nuovi impianti (Torino, Bolzano, Parma, Albano, Manfredonia, Modugno, Gioia Tauro).
Il testo integrale del rapporto sarà disponibile da martedì 17 aprile sul sito www.federambiente.it
3° Rapporto ENEA-Federambiente sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia - Comunicato stampa ENEA-Federambiente del 12.04.2012
Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (dato invariato rispetto al 2009). Cresce leggermente la quantità di rifiuti trattata: da 4,58 Mt/a nel 2009 a 4,68 Mt/a nel 2010. Ecco di seguito una sintesi dei contenuti del rapporto (la versione integrale è scaricabile in allegato).
Il recupero energetico in Italia
Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (50 dei quali effettivamente operativi nel corso del 2010), dotati di 102 linee e di una capacità complessiva di trattamento pari a 7.123.316 tonnellate/anno (21.693 tonnellate/giorno), con una capacità termica di 2.925 Megawatt e una potenza elettrica installata di 783 Megawatt. 3 impianti sono in grado di trattare meno di 100 tonnellate/giorno, 24 si collocano fra 100 e 300 tonnellate giorno, 17 fra 300 e 600 e solo 6 (che però rappresentano da soli il 39,7% della capacità complessiva) superano le 600 tonnellate/giorno. Solo 2 impianti (a Rufina, in provincia di Firenze, e a Messina) su 53 si limitano a bruciare i rifiuti senza recuperare energia, ma per ambedue è prevista la trasformazione in termovalorizzatori. 29 impianti (con 59 linee) sono nelle regioni del Nord, 15 (23 linee) in quelle del Centro e 9 (20 linee) in quelle del Sud e Isole. Complessivamente, nel corso del 2009 è stato inviato a incenerimento il 12,7% dei rifiuti urbani raccolti in Italia.
Le tipologie degli impianti
I combustori a griglia sono il tipo di gran lunga più diffuso (82,3% della capacità di trattamento complessiva, seguiti dal letto fluido (14,8%), dal tamburo rotante (1,8%) e dal gassificatore (1,2%).
Il trattamento dei fumi
Le principali tecniche impiegate – singolarmente o in combinazione tra loro – per la rimozione degli inquinanti sono la depolverazione (filtri elettrostatici, filtri a maniche, cicloni); la rimozione dei gas acidi (sistemi “a secco”, “a semisecco”, “a umido”); rimozione degli ossidi d’azoto (azione selettiva catalitica o non catalitica). Rispetto alle precedenti edizioni del Rapporto le sezioni trattamento fumi degli impianti hanno subito una sensibile evoluzione.
I rifiuti trattati
Il 47,8% è rappresentato da rifiuti urbani indifferenziati; il 34,2% da frazione secca e CDR (combustibile derivato dai rifiuti); il 18,0% da rifiuti speciali e sanitari.
L'energia recuperata
Dal 2004 al 2010 la produzione d’elettricità dei termovalorizzatori è passata da 2.436 a 3.887 GWh; nello stesso periodo la produzione d’energia termica è cresciuta da 560 a 1.212 GWh.
I residui di trattamento
La produzione di scorie nel 2010 è stimata intorno a 963.000 tonnellate, alle quali vanno aggiunte circa 306.000 tonnellate di residui del trattamento dei fumi. Il 29,3% delle scorie è stato avviato a recupero, mentre il restante 70,7% è stato smaltito.
Gli sviluppi del sistema
Entro il 2014 è previsto un significativo incremento della capacità complessiva di trattamento e del relativo recupero energetico. Ciò per effetto della ristrutturazione e l’ampliamento di alcuni impianti, in particolare Modena, Roma e S. Vittore (FR), e la costruzione di nuovi impianti (Torino, Bolzano, Parma, Albano, Manfredonia, Modugno, Gioia Tauro).
Il testo integrale del rapporto sarà disponibile da martedì 17 aprile sul sito www.federambiente.it
3° Rapporto ENEA-Federambiente sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia - Comunicato stampa ENEA-Federambiente del 12.04.2012
da ecodallecitta.it 12 aprile 2012
mercoledì 18 aprile 2012
Rinnovabili, le associazioni protestano contro i tagli

Numerosi cittadini, associazioni, lavoratori e imprenditori delle rinnovabili hanno manifestato a Roma, davanti a Montecitorio, per chiedere al governo di rivedere i recenti provvedimenti del governo in materia di incentivi alle rinnovabili, il Quinto conto energia per il fotovoltaico e il decreto sulle altre rinnovabili elettriche. «Per la prima volta il mondo delle rinnovabili scende in piazza mostrando la sua forza e determinazione nell’impedire che nel nostro Paese si ponga fine allo sviluppo delle energie pulite come volano di crescita economica e di sostenibilità ambientale – commenta il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – Il governo, e in particolare il ministro Passera, hanno sbagliato nel metodo, approvando i decreti senza alcun confronto con le associazioni di settore, e nel merito, perché i testi sono pieni di impedimenti burocratici e di barriere agli investimenti che avrebbero l’effetto di fermare i successi realizzati in questi anni in termini di produzione di energia pulita e di nuova occupazione».
Legambiente e le altre associazioni aderenti alla manifestazione (Aes, Anest, Anev, Anter, Aper, Artenergy, Ascomac - Cogena, Assieme, Asso Energie Future, Assolterm, Assosolare, Ater, Cib, Comitato Ifi, Cpem, Federpern, Fiper, Giga, Greenpeace, Ises Italia, Itabia, Kyoto Club, SOS rinnovabili, Vas, Wwf) chiedono dunque che i decreti vengano cambiati e, soprattutto, che venga rivisto il sistema di registri, aste al ribasso e limiti annui, giudicato dagli addetti ai lavori troppo complesso per poter funzionare. La mobilitazione, spiega il cartello di associazioni, continuerà nelle prossime settimane per chiedere a Parlamento e amministrazioni regionali di impegnarsi per la modifica dei decreti, in particolare nel passaggio decisivo in Conferenza Stato-Regioni. Il primo suggerimento è quello di copiare il sistema adottato in Germania, che riduce gli incentivi progressivamente attraverso il confronto con le imprese, ma senza tetti annui o burocrazia.
«Proprio le fonti rinnovabili termiche ed elettriche, il risparmio e l’efficienza energetica sono la strada maestra per ridurre i costi delle bollette di famiglie e imprese che sono stati alla base delle polemiche delle ultime settimane - aggiunge Zanchini - Pare, però, che per il governo la questione si sia ridotta unicamente ai tagli alle rinnovabili, proprio come volevano i produttori di energia da carbone, petrolio e fonti fossili». Il riferimento dell'ambientalista è anche al nuovo rinvio dei decreti sulle rinnovabili termiche, che gli operatori del settore attendono da settembre. «Chiediamo all’esecutivo - conclude il vicepresidente di Legambiente - di avere coraggio nell’aiutare le famiglie e le imprese rispetto ai costi delle bollette, ad esempio premiando con sconti chi riduce i consumi e rendendo finalmente possibile la realizzazione di reti elettriche private per condomini e utenze distribuite e cancellando le tasse che incidono ingiustamente sulla cogenerazione e sulla vendita diretta di energia da rinnovabili».
da www.ecodallecitta.it 18 aprile 2012
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