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giovedì 24 novembre 2011

Albano Laziale: Architetture in movimento

Il Movimento 5 stelle invita la cittadinanza di Albano Laziale a partecipare all'incontro "Architetture in movimento" che si terrà il prossimo sabato 26 novembre 2011 alle ore 17,30 nei locali della Sala Vespignani nei pressi del Museo Civico in Via Risorgimento 1

In Italia negli ultimi dieci anni sono stati costruiti oltre 4 milioni di vani abitativi, che si sommano alle oltre 5 milioni di abitazioni vuote esistenti all'interno delle grandi città. Se per alcuni la missione "Piano Casa" può dirsi compiuta, di certo ambiente, natura e cittadinanza contano i propri morti sul campo di battaglia. Alle richieste di servizi e infrastrutture, nonché recupero dell'esistente da parte dei cittadini, si risponde con l'interesse privato della mala imprenditoria, che da sempre ha come compagna di viaggio la politica a fungergli da schiava: veri e propri PRG redatti su commissione delle caste del cemento, che infliggono ferite profondissime al territorio, un "sistema" diventato ormai insostenibile, che va bloccato studiandone modi e metodi, a tutela comunque dei settori che (artigiani, operai e maestranze varie) operano professionalmente nel campo.

In Italia ogni giorno, quasi 152 ettari di terreno vergine sono pronti per essere cementificati in barba a vincoli e tutele: una superficie, per intenderci, corrispondente a circa 200 campi di calcio, e Albano non è da meno: a vedere le foto aeree degli ultimi rilevamenti 2004/2007 confrontate con le carte del PRG vigente datato 1975, sembra di aver assistito ad una partita di Risiko, dove al posto dei fanciulleschi panzer colorati, protagonisti della partita sono state le betoniere del cemento. Nessuno standard è stato rispettato, ne tantomeno continua ad esserlo. Dal 2000, inoltre, ad Albano così come in tutta Italia, gli introiti comunali derivanti dagli oneri urbanistici sono divenuti liberamente spendibili dai comuni (da Risiko a Monopoli il passo è breve...) e non più esclusivamente indirizzabili alle opere di urbanistica primaria e secondaria, a discapito delle aree verdi, dei servizi, e delle infrastrutture.
Da cittadini attivi nel Movimento 5 stelle chiediamo uno stop all'uso scellerato del cemento, un calcolo di tutti gli standard non rispettati, riqualificazione e recupero dei volumi abbandonati così come tutela e giusta riconversione delle aree dismesse.

Per dare il nostro contributo abbiamo compiuto un'osservazione dello stato attuale del centro storico di Albano, con particolare attenzione allo stato d'abbandono in cui ricadono alcuni stabili, cosa che ci ha permesso di comprendere in maniera più diretta e concreta quanto sopra esposto. Un semplice lavoro di ricerca e valutazione preliminare, che vogliamo condividere con gli altri cittadini di Albano, a cui si aggiungono delle nostre proposte di riqualificazione a impatto ambientale zero che verranno illustrate durante l'incontro. E' inoltre prevista la partecipazione del giornalista Silvio Talarico, coautore della puntata di Report "I re di Roma" che fornirà la sua testimonianza sullo stato di degrado e sulla continua depredazione che il territorio laziale ha subito negli ultimi anni.
lunedì 14 novembre 2011

Pomezia: Acqua imbottigliata nelle scuole: l'Assessore risponde alla nostra interrogazione


di Fabio Fucci *

I rifiuti sommergono la città ormai da mesi. Si può agire su diversi fronti per arginare il problema e quello della riduzione della loro produzione è sicuramente il primo passo da compiere. E' per questo che con la vocazione propositiva che ci contraddistingue nel Consiglio Comunale dello scorso 30 Settembre avevamo presentato un'interrogazione per suggerire di somministrare acqua del rubinetto nelle mense scolastiche. L'obiettivo è quello di evitare la produzione di migliaia di inutili bottigliette di plastica ed il loro conseguente smaltimento.
L'Assessore Del Buono ha risposto alla nostra interrogazione sostanzialmente affermando che condivide la nostra proposta ma non intraprenderà nell'immediato nessuna azione che possa modificare lo stato attuale del servizio mensa. Ne terrà conto per il futuro contratto (tra 5 anni!). Nel frattempo? In 5 anni di migliaia di bottiglie di plastica continueranno a viaggiare con camion per centinaia di chilometri, giungeranno nelle nostre mense scolastiche e poi andranno a congestionare i raccoglitori di rifiuti. Infine, saranno probabilmente bruciate in qualche inceneritore o depositate in discarica a tutto danno della salute delle future generazioni.
Se potessero scegliere, i bambini che futuro si riserverebbero? Certamente non vorrebbero imbattersi nei "vorrei ma non posso" di chi decide per il loro futuro.

* Movimento 5Stelle Pomezia                   11 novembre 2011

domenica 13 novembre 2011

CATALOGO DELLE ARMI


L'ultimo regalo del Cavaliere all'industria della guerra
di  Giulio Marcon *
La cancellazione del Catalogo delle armi da sparo - misura contenuta nel maxi emendamento alla legge di stabilità - è un favore alla lobby degli armieri e un pericolo per la comunità. Infatti, grazie a questa misura scompariranno delle elementari forme di controllo (ad esempio la loro «omologazione» - come succede per le automobili - agli standard previsti) sulle armi circolanti nel nostro paese: una sorta di "liberalizzazione" (anche qui!) che favorirà la commercializzazione delle armi più pericolose senza che lo Stato ne abbia traccia. Ci avviciniamo al modello americano e non a caso la preoccupazione non è solo dei pacifisti, ma anche dei sindacati di polizia che attaccano «i lobbisti e gli affaristi del mondo delle armi». E Sbilanciamoci da tempo propone non solo, ovviamente, di mantenere il catalogo, ma di rendere più difficile l'ottenimento del porto d'armi e di raddoppiarne il costo, destinando i ricavi alla riconversione dell'industria delle armi.
Che si usi un provvedimento per la crescita economica al fine di favorire una lobby affaristica come quella delle armi (che si contraddistingue per il frequente ricorso alle tangenti) è una vergogna oltre che essere il simbolo della nefanda pochezza - ormai generalmente riconosciuta - dell'azione del governo Berlusconi di fronte alla crisi. Di favori l'industria delle armi non ha certo bisogno. Finmeccanica è uno dei pochi gruppi italiani che continua a fare affari. Mentre dal 2008 si è tagliato quasi il 90% dei Fondi nazionali a carattere sociale (fondo per l'infanzia, fondo per la non autosufficienza, fondo per il servizio civile, eccetera), le spese militari in questo paese, come ha denunciato la campagna Sbilanciamoci (www.sbilanciamoci.org) continuano a prosperare.

Il ministero della Difesa ha presentato un Bilancio che passa da 20, 566 miliardi del 2011 a 21,342 miliardi nel 2012 (+3,8%). Si tratta di una crescita della spesa che non tiene ancora in considerazione gli effetti dei decreti legge 98/2011 e 138/2011, cioè le due manovre estive che impongono ai ministeri delle riduzioni di spesa. Per il ministero della Difesa si tratterebbe di circa 1,4 miliardi di riduzione, ma per il momento si tratta di un calcolo virtuale perchè nel Bilancio non c'è traccia di tagli. C'è invece un aumento del 3,8%. Vedremo cosa ci sarà nella "nota aggiuntiva" al bilancio. Ci sono tanti sprechi (come i 2 milioni spesi per 19 Maserati blindate per i generali o il mezzo milione di euro speso per esporre carri armati ed elicotteri d'attacco al Circo Massimo per il 4 novembre) e poi c'è un problema strutturale: nelle Forze Armate i comandanti (ufficiali e sottufficiali) sono più numerosi dei comandati e a fronte di una necessità di 70/80 mila soldati, ufficiali, sottufficiali per far fronte alle missioni internazionali (tra cui quella "di guerra" dell'Afganistan) e alla "difesa della patria" ne abbiamo invece 180mila. I generali non vanno in prepensionamento, mentre i soldi per gli insegnati di sostegno mancano e molte centinaia di disabili, non potendo andare a scuola, rimangono a casa.
Come rimarranno a casa decine di migliaia di giovani - che quelle armi da sparo non useranno mai - e che hanno scelto di fare il servizio civile (il fondo per il servizio civile è praticamente ridotto al lumicino) per dedicarsi ai poveri, ai disabili, agli anziani. Mentre il governo aiuta i nostrani Rambo a comprarsi fucili e carabine dice ai volontari che - in questo momento di grave crisi - vogliono aiutare gli altri: «no, grazie». Ed il sottosegretario Giovanardi - che del servizio civile nazionale è istituzionalmente responsabile - assiste silente e complice. Più armi, meno servizio civile: un altro bel biglietto d'addio per questo governo.

*Portavoce di Sbilanciamoci!                  12 novembre 2011


giovedì 3 novembre 2011

Roma: per fermare la caccia alle balene


Il 5 novembre "Anti-whaling day"

Sabato presidio a Roma, ore 10  davanti  all'ambasciata giapponese

Chiudere definitivamente con il massacro dei cetacei. è quanto chiederanno l'Enpa e altre associazioni animaliste al governo nipponico, in occasione della giornata mondiale di protesta contro la caccia alle balene, in programma il 5 novembre, giorno in cui le baleniere giapponesi inizieranno il massacro.

Per l'occasione, gli attivisti della Protezione Animali presidieranno, a partire dalle 10, l'ambasciata del Giappone a Roma. «Ogni anno le navi giapponesi sconfinano nelle aree protette, i santuari dell'Oceano Antartico, dove uccidono migliaia di animali appartenenti a specie particolarmente protette - spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico dell'Enpa.

Secondo alcune stime, arrotondate per difetto, si ritiene che dal 1986 ad oggi sono circa 20mila i cetacei uccisi dai nipponici». Ufficialmente, ricordano gli animalisti, la caccia alle balene š vietata. Il Giappone, tuttavia, aggira il divieto con il pretesto della «ricerca scientifica». E il governo australiano nei mesi scorsi ha denunciato il Giappone al Tribunale Internazionale dell'Aja. Secondo l'Australia infatti le balene, oltre a essere specie particolarmente protette, non sono propriet. di alcuno stato. Da qui la richiesta australiana di aprire la procedura per il via libera a sanzioni contro il governo di Tokyo. Sanzioni che dovrebbero avere un effetto non soltanto punitivo ma, soprattutto, deterrente per dissuadere le baleniere nipponiche dal compiere ulteriori massacri

da La zampa.it  3 novembre 2011

martedì 25 ottobre 2011

Napoli: hasta la victoria, siempre!

di Alex  Zanotelli

E’  un momento questo di gioia e di festa per Napoli perché è diventata la capitale italiana dell’acqua pubblica, la “Parigi d’Italia”. Infatti oggi 26 ottobre  2011, il Consiglio Comunale di Napoli , in seduta pubblica e solenne al Maschio Angioino, vota la ripubblicizzazione del servizio idrico, che sarà gestito da un Ente di Diritto Pubblico ,”Acqua Bene Comune Napoli “ in sostituzione dell’Arin Spa. Napoli diventa così la prima grande città italiana che decide di ‘obbedire’ al Referendum sull’acqua (12-13 giugno 2011),ripubblicizzando la propria acqua e ripudiando la formula della Spa.


E’ una grande lezione che questa città così  bistrattata dona a tutto il paese. Per questa vittoria  siamo grati al nostro sindaco L.De Magistris e al prof. A.Lucarelli, assessore ai Beni Comuni, ma soprattutto dobbiamo dire grazie alla tenacia e alla grinta dei Comitati Campani per l’acqua pubblica. Sono loro i veri artefici di questa straordinaria vittoria: è la cittadinanza attiva di questa città e regione , che si è impegnata a fondo e per lunghi anni, per difendere la Madre, l’acqua, la madre di tutta la vita. Infatti è dal 2004, quando i 150 comuni di Napoli e Caserta avevano votato la privatizzazione dell’acqua, che i comitati  si sono battuti per ottenerne la ripubblicizzazione . Uno straordinario impegno dei comitati è riuscito, in meno di due anni, a rovesciare quella decisione. Il 31 gennaio 2006 i sindaci di Napoli e Caserta ne votarono la ripubblicizzazione . Fu però una vittoria di Pirro, perché non fu mai tradotta in atto amministrativo per la netta opposizione di Bassolino-Iervolino. Ma il movimento non si è mai arreso e , aiutato da notevoli figure come il prof. A.Lucarelli e l’avv. M. Montalto, è riuscito a contenere le forze privatizzatrici. La svolta è arrivata con l’elezione di De Magistris a sindaco di Napoli (l’acqua pubblica era  uno degli obiettivi della sua campagna elettorale) e con  la vittoria del Referendum sull’acqua . Infatti il primo atto da sindaco  è stato quello di scegliere il prof. A.Lucarelli come Assessore ai Beni Comuni(il primo in Italia!) con delega sull’acqua .Ed è Lucarelli che  ci ha portato a questa grande vittoria . segue...
venerdì 21 ottobre 2011

Rifiuti zero: manifestazione a Roma


Roma: sabato 5 novembre ore 10 in Piazza SS. Apostoli

La manifestazione è convocata dai comitati ed associazioni che fanno capo alla Rete Zero Waste Lazio, costituita recentemente insieme al prof. Paul Connett a Ladispoli, e vuole essere la prima iniziativa in cui cui i CITTADINI ED AMMINISTRATORI DELLA PROVINCIA DI ROMA vanno a chiedere conto alla PREFETTURA- Palazzo Valentini (di fronte a piazza SS.Apostoli) di come ANCORA UNA VOLTA SI VUOLE SCARICARE SUI COMUNI CONFINANTI il problema irrisolto della gestione illegittima dei rifiuti di ROMA.

Saremo insieme a TUTTI I COMITATI dei tre siti individuati dal Prefetto per APRIRE NUOVE DISCARICHE, mentre noi gli abbiamo chiesto un Piano Straordinario di Raccolta porta a porta per Roma, unico rimedio all'abbattimento dei rifiuti indifferenziati raccolti con il pessimo sistema dei cassonetti stradali, e mentre stiamo sostenendo AL CONSIGLIO REGIONE LAZIO che si approvi la LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER RIFIUTI ZERO oggi in discussione e di cui chiediamo l'approvazione PRIMA DEL PIANO RIFIUTI ADOTTATO, visto che la attuale Legge Regionale in vigore è del 1998 !!!

Mentre si sono succedute due leggi fondamentali NAZIONALI come il Decreto discariche n. 36/2003 ed il Codice ambientale n. 152/2006 IL LAZIO E' FERMO AL 1998 !!!! FUORI LEGGE !!! E' PERCIO' FONDAMENTALE MANIFESTARE LA NOSTRA PROPOSTA ALTERNATIVA PER RIFIUTI ZERO A ROMA ED IN TUTTO IL LAZIO, MA ANCHE IL NOSTRO DISSENSO ALL'APERTURA DI TRE NUOVE DISCARICHE che non cambiano il sistema di gestione dei rifiuti che sinora ha prodotto il MOSTRO-MALAGROTTA ora forse TRIPLICATO !!!!

VI CHIEDIAMO DI ESSERE IN PIAZZA CON CARTELLI, STRISCIONI, MA SENZA
BANDIERE DI PARTITO !!! GRAZIE
Rete Zero Waste Lazio
giovedì 20 ottobre 2011

Napoli: per una Rete Europea per l'Acqua Pubblica

A Napoli il 10 - 11 Dicembre per  la Rete Europea per l’Acqua Pubblica


Dopo molti anni di lavoro comune e dopo molte tappe – fra cui la costituzione di un Forum nazionale e l’elaborazione di una proposta dilegge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua- i movimenti italiani per “l’acqua bene comune” hanno ottenuto una straordinaria vittoria nel recente referendum contro la privatizzazione del servizio idrico integrato. Una vittoria che non parla solo all’Italia ma all’intera Europa e che dà maggior forza a chi, in tutto il continente, lotta contro la privatizzazione di questo bene vitale, simbolo dei beni comuni, proponendo un modello di gestione pubblica e democraticamente partecipata da cittadini e lavoratori.
Allo stesso tempo bisogna essere consapevoli che una vera e definitiva vittoria contro i processi di privatizzazione può essere oggi ottenuta facendo un ulteriore salto: spostando l’iniziativa a livello europeo. Invertire la rotta intrapresa dalla Commissione e fermare nel continente i processi di privatizzazione dell’acqua può costituire il cuore di “un’altra Europa”, fondata sui diritti e sull’accesso universale ai beni comuni anzichè sul mercato e sui profitti.
Sono molti i segnali positivi che provengono anche da altre parti del continente, dalla vittoria referendaria a Berlino sino a casi di clamorose ripubblicizzazioni, come quella voluta dall’amministrazione della città di Parigi. Ci sono anche importanti processi in atto, come la costruzione di un Forum mondiale alternativo dell’acqua a Marsiglia nel marzo del 2012.

Tutto questo lascia pensare che i tempi sono maturi per dare vita ad una rete europea che metta assieme – in uno spazio comune – tutti i movimenti, i sindacati, le associazioni e i gruppi sociali che lottano in Europa per l’acqua bene comune. Una rete che possa definire una “piattaforma condivisa”, ossia gli elementi di fondo di un’azione e di un progetto comune, identificando di volta in volta campagne e strumenti da adottare, come ad esempio la nuova ICE (iniziativa dei cittadini europei). Se i soggetti sociali europei che lottano per l’acqua saranno in grado di coordinarsi ed elaborare una piattaforma condivisa in vista di marzo 2012, questo rafforzerà enormemente il Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua (FAME), dove, assieme alle reti di tutto il mondo, ci troveremo a fronteggiare le grandi multinazionali globali dell’acqua.
La proposta  è dunque quella di intraprendere un percorso che  porti ad elaborare una piattaforma condivisa a livello europeo. Con l'importante tappa del 10 e 11 dicembre Napoli, città italiana che sta avviando un processo di ripubblicizzazione della gestione dell’acqua come Parigi, si candida a divenire un “simbolo” e un concreto esempio del fatto che ripubblicizzare è possibile, subito.

giovedì 6 ottobre 2011

Il tesoro delle frequenze a cui lo stato rinuncia

di Giulio Sensi  *

Una delle occasioni per trovare le risorse per ridurre il deficit e scongiurare una crisi del debito era a portata di mano, ma, come da copione, chi governa questo paese non ha voluto vederla.
Nel passaggio, tutt'ora in corso, dall'analogico al digitale c'è stata una moltiplicazione delle frequenze televisive: nello spazio di un canale analogico ce ne stanno circa 5 digitali. Attualmente le televisioni pagano allo stato circa l'1% dei propri ricavi per utilizzarle. Le frequenze sono un bene pubblico che lo Stato dovrebbe utilizzare per favorire il tanto decantato pluralismo dell'informazione.

Nel Regno Unito circa un terzo delle frequenze verrà messo in vendita all'asta, in Francia si è stimata in 25 miliardi di euro la cifra che potrebbe ricavare lo Stato, negli Stati Uniti sono stati già incassati 19 miliardi di dollari.

In Italia l'Agcom ha approvato una delibera per la completa digitalizzazione delle reti televisive italiane in cui si prevede la totale assegnazione delle frequenze alle televisioni nazionali: quattro canali a Rai e Mediaset, tre a Telecom Italia, due a Rete A (Gruppo Espresso-Repubblica), uno ad Europa TV.

Per non creare differenze di trattamento con la tv commerciale Mediaset, l'Agcom ha deciso di affidare le frequenze rimaste tramite asta non competitiva (beauty contest), non al rialzo, ma sulla valutazione dell'offerta di programmi.
In questi giorni il Pd e l'Italia dei Valori hanno chiesto al governo di recuperare 4 miliardi, circa un decimo della manovra, dall'asta delle sei frequenze che devono ancora essere assegnate con il "beauty contest".

Una proposta interessante che risolverebbe una parte dei problemi del deficit, ma non quello del mercato televisivo italiano. La maggior parte delle frequenze sono già state assegnate alle grandi televisioni dell'oligopolio italiano le quali trasmettono pagando molto poco. Basterebbe chiedere anche a loro di rinunciare a questo ennesimo privilegio.

* dal blog:  Non chiederci la parola     22 agosto 2011

Lazio: 4 nuovi bandi per imprese innovative


di Alessandro Vinciarelli *

Regione Lazio: lanciati 4 nuovi bandi da 58 milioni di euro (POR - Fondi Europei) per investimenti nello sviluppo delle imprese innovative del territorio (start-up, spin-off, Pmi e micro-imprese).
Pmi innovative: in arrivo 4 nuovi bandi dell'Asse I (Ricerca, innovazione e rafforzamento della base produttiva) finanziati grazie ai Fondi Europei del POR Lazio 2007-2013 (58 milioni di euro). Le imprese laziali che intendono realizzare progetti ad alto contenuto innovativo, dunque, potranno beneficiare di ben quattro nuove iniziative regionali.

Primo bando: 4 milioni di euro saranno messi a disposizione di start-up e spin-off, capaci di portare sul mercato i risultati di ricerche condotte da università e organismi di ricerca del Lazio.

Secondo bando: 20 milioni di euro del bando co-research sono invece destinati allo sviluppo di sinergie tra ricerca pubblica e privata, favorendo le aziende con agevolazioni fino a 300mila euro, per progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.

Terzo bando: dispone di 30 milioni di euro sono destinati alla micro-innovazione, ossia a l finanziamento di micro e piccole imprese di produzione, per realizzare progetti di innovazione di 12 mesi. I finanziamenti potranno coprire anche il 70% del progetto e il 50% dei materiali utilizzati.

Quarto bando: gli ultimi 4 milioni sono quelli destinati ai voucher per l'innovazione, che sovvenzionano il 70% delle spese delle Pmi per acquistare varie tipologie di servizi, tra cui i servizi tecnologici e quelli per l'aggiornamento gestionale e per la crescita dell'impresa.
L'annuncio è stato fatto da Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, alla conferenza "Più valore a chi innova", in un intervento congiunto con l'assessore regionale al Bilancio, Programmazione economico-finanziaria e partecipazione, Stefano Cetica.

* fonte: Filas                                  lunedì 3 ottobre 2011


mercoledì 28 settembre 2011

Roma: tutti in piazza contro il bavaglio

Giovedì 29 settembre prossimo, dalle 15 alle 18, tutti a piazza del Pantheon a Roma
La manifestazione del 'Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo” è indetta per dire di nuovo no al reiterato tentativo del governo di imbavagliare l'informazione con una legge sulle intercettazioni.
 

Secondo informazioni, infatti, il Governo si appresterebbe proprio giovedì 29 a ripresentare il testo del disegno di legge in aula. La Legge sulle intercettazioni infatti contiene anche una norma per tentare di mettere il bavaglio al web.

Al di là della iniziativa sull’importante tema dell’informazione in molte città  si preparano incontri per organizzare città per città la partecipazione  alla manifestazione nazionale detta ”degli indignati” del 15 ottobre in coincidenza con manifestazioni analoghe in numerosi altri nazioni europee e non solo. In questi giorni si sono già svolte manifestazioni  di " indignati" davanti la Borsa di Wall Street a New York.  


giovedì 22 settembre 2011

Senato: Non si discute la proposta dei 350.000 di Grillo

I capigruppo del Senato respingono Parlamento Pulito
 
La conferenza dei capigruppo del Senato ha rifiutato di mettere in discussione “Parlamento pulito”, la legge di iniziativa popolare e ha così "fanculato" i 350.000 cittadini firmatari nonostante la richiesta esplicita di Di Pietro a Schifani. Che dire? Non c'è più niente da dire. La democrazia è stata ormai seppellita dai partiti che ne hanno fatto una dittatura pret-à-porter. E' però corretto sapere chi sono i capigruppo del Senato. 


Ecco i nomi: Maurizio Gasparri (Pdl), Anna Finocchiaro (Pdmenoelle), Francesco Rutelli (Terzo Polo), Federico Bricolo (Lega Nord), Giampiero D'Alia (Udc), Giovanni Pistorio (Misto), Pasquale Viespoli (Forza Sud). L'unico a favore è stato Felice Belisario (Idv). Parlamento Pulito prevede solo due mandati, Gasparri e Rutelli sono al sesto e la Finocchiaro al settimo...
 ( dal blog di Beppe Grillo)

venerdì 16 settembre 2011

Verso il 15 ottobre costruiamo l'alternativa


Noi siamo indignati. Siamo indignati contro i governi europei che, stretti tra la crisi e le politiche liberiste e monetariste imposte dalla Bce e dall'Fmi, accettano di essere esautorati delle funzioni democratiche per diventare semplici amministratori dei tagli della spesa sociale, delle privatizzazioni, della precarizzazione del mondo del lavoro e della costruzione di opere faraoniche, incuranti dell'ambiente e delle popolazioni. Siamo indignati perché le classi dirigenti continuano a proporci l'austerity per le popolazioni, mentre le rendite e i privilegi della finanza, dei grandi possidenti e della politica rimangono intonse, quando non crescono. Siamo indignati in particolare contro il governo italiano, che ha deciso di rispondere alla crisi con una manovra i cui contenuti cambiano di ora in ora ma i cui pilastri restano sempre gli stessi: taglio ai servizi, privatizzazioni, attacco ai diritti dei lavoratori.

Siamo indignati perché il governo ha deciso di abolire per decreto il diritto del lavoro, permettendo alle aziende di derogare ed eludere contratti e leggi, compreso l'art.18 dello Statuto dei lavoratrici e dei lavoratori, proseguendo sulla strada della cancellazione della libertà e della democrazia nei luoghi di lavoro.
Siamo indignati perché in questo modo si elimina la democrazia nei luoghi del lavoro e si estende a tutti i lavoratori il ricatto della precarietà, e della clandestinità per i migranti, con cui negli ultimi due decenni si sono livellate verso il basso i diritti e le condizioni di vita di migliaia di giovani, esclusi dal sistema di welfare e da ogni orizzonte di emancipazione.
Siamo indignati perché poco più di 2 mesi fa abbiamo votato, insieme alla maggioranza assoluta del popolo italiano, per la ripubblicizzazione dell'acqua e per le energie rinnovabili, e ora vediamo il nostro governo riproporre esattamente le vecchie ricette basate sulla svendita dei beni e su un modello di sviluppo energivoro. 
Siamo indignati perché si potrebbe fare altro; perché vorremmo uscire dalla crisi attraverso un grande processo di innovazione, attraverso al costruzione di un nuovo modello di sviluppo che colga la sfida della riconversione ecologica dell'economia e di uno sviluppo sociale partecipato, basato sulla centralità dei saperi e dell'innovazione. Invece il nostro governo continua a impoverire la scuola pubblica, l'università e la ricerca, ignorando i milioni di studenti, dottorandi, precari, ricercatori che si sono mobilitati negli scorsi mesi e preferendo ascoltare la voce delle rendite baronali e dei profitti aziendali.
Siamo indignati perché i governi europei inseguono il dogma del pareggio di bilancio, cercando di far quadrare i conti della finanza, appesi come sono ai giudizi delle agenzie di rating o dei mercati di borsa, invece di fare i conti con le esigenze e i bisogni dei loro cittadini.
Siamo indignati perché in questo modo non abbiamo più una reale sovranità democratica, che è affidata alle stesse élite finanziarie transnazionali che prima hanno generato la crisi, poi hanno chiesto di essere salvate dagli stati e ora vorrebbero far pagare il conto a noi, giustificando con lo stato di necessità dichiarato della crisi la privatizzazione della vita delle persone e della natura.
Siamo indignati perché vediamo il serio rischio che a una vera alternativa al governo di Berlusconi e della Lega, si tenti di sostituire un’alternanza, fatta delle stesse politiche con maggioranze diverse, perché tutto cambi senza che in realtà nulla cambi. 

E allora sappiamo che siamo indignati, ma indignarsi non basta.
Il cambiamento non arriverà da sé. Ce l'hanno insegnato le vicende degli scorsi mesi: le grande battaglie per i saperi, le lotte dei lavoratori in difesa del contratto nazionale, i diritti e i beni comuni in Italia, le rivolte del Mediterraneo, ora la crescita di un sentimento di ribellione contro le manovre finanziarie insostenibili e tutto ciò che ci viene propinato in nome della crisi.
Noi non ci limitiamo a indignarci, ma intendiamo darci da fare. Abbiamo in mente un mondo migliore del loro, e siamo pronti a mobilitarci per realizzarlo. Per il 15 ottobre in tanti stanno promuovendo appelli, discussioni pubbliche, verso la giornata internazionale United for global change.
Noi crediamo sia necessario aprire una discussione pubblica nel paese, tra tutti coloro che si stanno prodigando sulla mobilitazione internazionale del 15, ma anche e soprattutto con tutti coloro che pagano sulla loro pelle quanto sta accadendo. Vorremmo, iniziando dalla giornata di sciopero generale del 6 settembre, cominciare una consultazione ampia e trasversale, che raggiunga realtà sociali e di lotta, forze politiche e sindacali, movimenti e singole persone, per far sì che quella giornata sia una grande mobilitazione di tutti per l’alternativa, condivisa e un'alternativa politica e di sistema nell'assemblea del 24, con la manifestazione del 15 ottobre, pensando a queste scadenze come a un passaggio e non a un punto d'arrivo, con passione e spirito d'innovazione.
Costruire tutti insieme una grande mobilitazione a Roma contro le politiche di austerity, significa immaginare e proporre per il nostro paese e per l’Europa un nuovo modello di sviluppo basato sulla democrazia reale, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale.partecipata. 
Consultazione che vorremmo far proseguire con un'assemblea pubblica a Roma, sabato 24 settembre alle ore 10:30, presso l'ex Cinema Palazzo/Sala Vittorio Arrigoni, p. dei Sanniti (San Lorenzo - Roma). Un'occasione importante per qualificare il profilo politico della manifestazione del 15 ottobre, ma anche per far incontrare le tante questioni sociali che nella crisi vivono la loro drammatizzazione. Connettere i fili della resistenza alla crisi, per immaginare e costruire 

Ugo Mattei, Guido Viale, Giulio Marcon, Luciano Gallino, Alessandro Ferretti, Gianni Ferrara, Francesco Garibaldo, Tiziano Rinaldini, Bruno Papignani, Andrea Amendola, Giorgio Molin, Michele De Palma, Laura Spezia, Loris Campetti, Angelo Mastrandrea, don Andrea Gallo, Nicola Mancini, Paolo Cognini, Francesco Raparelli, Luca Cafagna, Mario Pianta, Isabella Pinto, Augusto Illuminati, Gianni Rinaldini, Luca Casarini, Stefano Bleggi, Monica Tiengo, Sergio Zulian, Alessandro Metz, Luca Tornatore, Giuseppe Caccia, Tommaso Cacciari, Michele Valentini, Marco Baravalle, Vilma Mazza, Nicola Grigion, Luca Bertolino, Gianni Boetto, Enrico Zulian, Sebastian Kohlsheen, Olol Jackson, Francesco Pavin, Marco Palma, Cinzia Bottene, Antonio Musella, Pietro Rinaldi, Andrea Morniroli, Egidio Giordano, Eleonora de Majo, Francesco Caruso, Gianmarco de Pieri, Manila Ricci, Daniele Codeluppi, Roberto Musacchio, Patrizia Sentinelli, Roberto Cipriano, Andrea Alzetta, Giovanna Cavallo, Ada Talarico, Massimo Torelli, Claudio Riccio, Luca Spadon, Mariano Di Palma, Francesco Sinopoli, Giuseppe De Marzo, Emiliano Viccaro, Daniele De Meo, Matteo Jade.


martedì 13 settembre 2011

Referendum: Mattarellum e Porcellum


 di Gianni Ferrara *

C’è un falso nell’attività pubblica che il codice penale ignora. È il falso nella comunicazione politica. Ha da sempre influito sulla vita politica italiana ma col berlusconismo la ha pervasa. Ora però da fonte diversa se ne sta praticando uno gravissimo di falsi a danno della fede pubblica, degli elettori, della democrazia italiana. A commetterlo sono i promotori dei referendum elettorali che strombazzano la loro avversione al porcellum ma mirano a restaurare il .. fratello gemello: il mattarellum. Sostengono che così, da una parte, sarà eliminato lo sconcio del “premio di maggioranza” che, in realtà, è attribuito alla minoranza più consistente trasformandola in maggioranza e, d’altra parte, sarà restituito agli elettori il potere di scegliere i loro rappresentanti.
Mentono.

Innanzitutto perché quesiti referendari volti a determinare precisamente, chiaramente, nettamente l’eliminazione dei vizi del porcellum c’erano. Erano stati proposti nel giugno scorso. Ma furono combattuti con furioso accanimento e con sciagurato successo proprio dai promotori dei referendum “pro mattarellum” inventati appunto per ostacolare una campagna referendaria che con quei quesiti, una volta approvati, avrebbero capovolto il porcellum da maggioritario in proporzionale. La restaurazione che si tenta col mattarellum è invece diretta proprio a riaffermare il sistema maggioritario di elezione, a garantirlo, consolidarlo, perpetuarlo.


A di là dei moltissimi e fondatissimi dubbi sull’ammissibilità di tali referendum, alla stregua della giurisprudenza della Corte costituzionale in materia, va detto, nel merito, che i promotori dei referendum “pro mattarellum” mentono quando dicono di voler eliminare il meccanismo che trasforma la minoranza in maggioranza. Mentono perché il sistema che vorrebbero resuscitare, pur attribuendo un quarto dei seggi al sistema proporzionale, si fonda, per gli altri tre quarti, sul sistema maggioritario in collegi uninominali. Questo, tra quelli esistenti, è il sistema elettorale che determina il massimo di distorsione degli effetti collegabili alle pronunzie del corpo elettorale. Eleggendo un solo parlamentare per collegio, cioè il candidato che abbia ottenuto un voto in più di ciascuno degli altri, conferisce un premio implicito a tale candidato, un premio che, paradossalmente, è direttamente proporzionato al numero dei voti ottenuti … dagli altri candidati. Nullifica così il diritto universale ad essere rappresentati in Parlamento perché esclude dalla rappresentanza quegli elettori che non sono stati capaci di … indovinare, collegio per collegio, quale dei candidati avrebbe ottenuto quel voto in più che lo avrebbe fatto eleggere. Si consideri soprattutto che si tratta di elettori che non si riconosceranno nel rappresentante in Parlamento del proprio collegio, per tutta la legislatura, e magari legislatura per legislatura. Con conseguenze irreparabili sulla consistenza, l’effettività, la credibilità dell’eguaglianza politica, cioè sul principio fondante della democrazia. Ma, come ogni sistema elettorale della specie cui appartiene, il mattarellum può produrre addirittura un risultato complessivo rovesciato rispetto al voto della maggioranza degli elettori, il risultato cioè che la maggioranza dei seggi parlamentari risulti eletta dalla minoranza degli elettori, stante l’ineguale distribuzione delle scelte politiche tra le componenti geografiche del corpo elettorale. In Inghilterra è accaduto più volte. Non è vero, comunque, che il mattarellum, contrariamente al porcellum, esclude premi. È vero che li occulta. In tutte e tre le elezioni svoltesi con detto sistema (1994, 1996, 2001) il premio c’è stato ed è stato sempre superiore al 10 per cento dei seggi.   

Non è vero neanche che, come raccontano i promotori del referendum, col mattarellum è l’elettore  che sceglie l’eletto. A sceglierlo invece sarà il leader del partito del candidato che, come è a tutti noto, provvederà a destinare nei collegi “sicuri” i candidati che vuol fare eleggere. Così come sceglierà quelli della quota proporzionale collocandoli nei primi posti della lista bloccata. Le somiglianze tra mattarellum e porcellum sono enormi, impressionanti. Non vederle, tacerle provoca domande sconvolgenti.
Una maggioranza parlamentare così fatta quale autonomia potrà mai avere nei confronti di un tal leader diventato  premier? Di quanto potere disporrà questo premier? L’esperienza dei governi Berlusconi non ha insegnato nulla?
A quale sistema politico mirano i referendari-maggioritari?
Militano, in gran parte, nel partito democratico, e si lasciano incantare da chi sdottoreggia che le elezioni servono a scegliere non la rappresentanza parlamentare, non il tramite dei titolari della sovranità e i suoi mandatari in Parlamento, ma chi deve governare disponendo nelle due Camere dei propri addetti alla traduzione in leggi dei suoi comandi. Si associano IDV e SEL miranti solo ad estorcere la leadership al partito maggiore della coalizione cui vogliono partecipare mediante quella pura mistificazione della democrazia che è la elezione primaria.
La personalizzazione del potere è diventata quindi l’ideologia comune al centrodestra e al centrosinistra?
Rinnegare la democrazia rappresentativa a favore dell’assolutismo elettivo è il nuovo credo di questo Paese?
nsomma, una volta sconfitto Berlusconi, il berlusconismo trionferà condiviso?
La prospettiva che si annuncia è questa. Rivelarla, denunziarla è doveroso.

da       www.riforme.info        12 settembre 2011

* Gianni Ferrara (1929) ha insegnato diritto pubblico generale, diritto costituzionale comparato e diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma. Eletto deputato nel 1983 e nel 1987, ha fatto parte della commissione Affari costituzionali in ambedue le legislature. Nel 1992 rinuncia alla ricandidatura per riprendere l’attività di ricerca e di insegnamento. Collaboratore delle più importanti riviste di diritto e autore di numerosi saggi, ha fondato e dirige la rivista on line “Costituzionalismo”.
venerdì 9 settembre 2011

Gli altruisti vivono più a lungo


Vuoi vivere di più? Aiuta gli altri e fallo con sincerità d'animo. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Health Psychology, infatti, i volontari che aiutano gli altri vivono più a lungo, tanto più a lungo quanto più intense e altruistiche sono le ragioni che li sostengono in questa loro attività.

Nella prima ricerca di questo genere, gli scienziati hanno mostrato che la motivazione dei volontari può avere un significativo impatto sulla lunghezza della loro vita: un effetto che però si riscontra solo in coloro che dichiarano di svolgere queste attività per altruismo o per desiderio di contatto sociale.
Nessuna influenza sul tasso di mortalità si ha invece nel caso in cui a muovere è la soddisfazione personale. Gli scienziati hanno esaminato i dati provenienti dal Wisconsin Longitudinal Study che ha seguito un campione casuale di 10.317 studenti dalla loro laurea a oggi, a partire dal 1957. Il 51,6 per cento era composto da donne, con una età media complessiva di 69 anni nel 2008.

I ricercatori hanno analizzato salute fisica, status socio-economico, stato civile, fattori di rischio per la salute (come il peso o l'indice di massa corporea). Nel 1980, gli studiosi hanno cominciato a chiedere ai soggetti se svolgessero attività volontaristiche, nel 1992 sono tornati a verificare il loro stato generale di salute e nel 2008 hanno verificato quanti di loro fossero ancora in vita.
A distanza di 4 anni, nel 1984, il 4,3 per cento dei 2384 non volontari era deceduto, una percentuale simile a quella riportata nel gruppo dei volontari (4 per cento) che avevano dichiarato di svolgere il volontariato per motivazioni di soddisfazione personale. Un dato che è più del doppio dei deceduti fra i volontari altruisti, che erano deceduti, nei quattro anni, solo per l'1,6 per cento.

da           paginemediche.it      7 settembre 2011
giovedì 1 settembre 2011

Movimento 5 Stelle:10 settembre a Roma


Il 10 settembre a Roma Beppe Grillo come primo firmatario della proposta di legge di iniziativa popolare "Parlamento Pulito", presentata nel 2007 da 350 mila italiani, manifestera' davanti a Montecitorio affinche' sia finalmente presa in considerazione.

In questo momento dei parlamentari che non abbiamo scelto perché in liste bloccate, alcuni condannati anche in via definitiva, molti con decine di anni di politica alle spalle e pensioni da nababbi in vista, decidono del futuro economico del paese. 

Forse e' ora di dire basta: i firmatari e tutti quelli che condividono il bisogno di una netta riforma della politica per poter ridare al paese credibilita' ed un futuro sono invitati. Non ce ne andremo fino a quando non avremo avuto risposte. Portatevi la tenda.

sabato 27 agosto 2011

Calabria: Paola capitale dei tumori


La morte viene dal mare - l' Italia indifferente alle 39 navi che uccidono. Paola, Calabria, affacciata sulla costa tirrenica. Qui ci si ammala di tumore 4 volte di piu' che nel resto d'Italia
 
Li hanno contati i tumori a Paola e le cifre non lasciano dubbi: c’è qualcosa che uccide. Solo a Paola? Solo a Paola hanno avuto il coraggio e la voglia di contarli i tumori. Coraggio ci vuole perchè, a contarli, si finisce per arrivare alla conclusione che quel qualcosa che uccide viene dal mare. Il mare non solo di Paola ma di tutta la Calabria o quasi. Paola è a metà strada tra Cetraro dove fu affondata la nave Cunsky e Amantea dove  si arenò sulla spiaggia la Jolly Rosso. Due navi a perdere, con il loro carico di rifiuti mortali, scorie nucleari comprese. Ce ne sono altre 37 di navi così sul fondo del mare. Le hanno riempite di morte chi si voleva disfare dei materiali nocivi spendendo il meno possibile, le hanno portate nel mar di Calabria e affondate gli uomini della mafia nazionale e internazionale che controllano il territorio, il mare e la terra.
Trentanove fonti di morte sull’uscio di casa, trentanove piccole Chernobyl senza nessun “sarcofago” a fermare esalazioni e radiazioni. Ovunque al mondo sarebbe allarme di Stato, rivolta di popolo, angoscia nazionale, bonifica disperata e senza risparmio e respiro. Invece la Calabria sopporta in relativo silenzio e l’Italia considera la cosa un “problema ambientale”. Le trentanove navi, quelle conosciute, è possibile ve ne siano altre, non sono un’emergenza nazionale, non valgono nè l’ansia nè la mobilitazione dell’intero paese. Ci fossero 39 navi di morte al largo degli Usa o della Francia se ne occuperebbe Obama o Sarkozy in prima persona, tv e giornali non darebbero tregua al governo fino alla bonifica, la gente esigerebbe sicurezza. In Italia no, in Calabria ancor meno. Tutti sanno e tutti più o meno accettano che si conviva con la morte che viene dal mare. La morte che gli uomini della ndrangheta hanno seminato in mare. Occhio non vede, tumore uccide: tutto in ordine.


 http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/paola-calabria-capitale-dei-tumori-la-morte-viene-dal-mare-litalia-indifferente-alle-39-navi-che-uccidono-115850/



giovedì 25 agosto 2011

Terzo raduno della Rete EcoSardi


Ritorno a BauMela dal 1° al 14 settembre

Due settimane tra partecipazione, laboratori, attività  pratiche, scambio e festa. Questi gli ingredienti del 3° raduno dei gruppi ed individui che da un anno animano la Rete EcoSardi 

E’ passato infatti un anno esatto dal primo raduno a BauMela (Santu Lussurgiu, 3- 5 settembre 2010), quando tante persone con ideali e pratiche comuni per una vita più ecosostenibile e a misura umana si sono ritrovate - e riconosciute - per testessere insieme i fili della nascitura Rete.
Fin dall'inizio l’approccio di costruzione di questa piattaforma è stato dal basso, ovvero a partire dalle reali necessità  e proposte delle persone che hanno partecipato, sarde per origini o per amore per questa Terra: già  dal primo raduno si sono messi in campo strumenti di facilitazione e progettazione partecipata, come l'Open Space Technology e i Cerchi della Parola. Da allora è¨ nata una mailing-list che ha tenuto i contatti, e in pochi mesi si è¨ passati da 100 partecipanti al Raduno a più di 300 iscritti online: tantissimi hanno proposto attività , organizzavano o partecipavano a eventi, piccoli raduni, riunioni per la creazione di ecovillaggi, workshop, feste, scambi di lavoro, mezzi, conoscenze e ospitalità ... più di un migliaio di messaggi in un anno!

Al secondo raduno della Rete a La Traessa (Luogosanto, 1-3 luglio 2011) si sono iniziate a tirare le fila (a trasformare il latte in cagliata, per dirla con Alessio e Clara, che ospiteranno il raduno): si sono formati gruppi di lavoro pratici su alcuni dei temi che muovono e appassionano la Rete, come lo scambio dei semi, gli orti sinergici condivisi, l' autocostruzione con tecnologie alternative, la scuola reciproca, la creazione eco villaggi.

Nata da una forte esigenza espressa a La Traessa, è¨ stata pubblicata di recente sul blog degli EcoSardi ( http://reteecosardi.blogspot.com/ ) la versione beta della mappa virtuale della Rete, che indicizza e permette la ricerca e visualizzazione di case aperte, comunità , eco-campeggi, orti condivisi, Custodi dei Semi e quant’altro il micro-mondo della ecosostenibilità  dell’isola presenta. La mappatura è¨ appena cominciata, una grande cartina della Sardegna resterà  per tutta la durata del raduno allo scopo di raccogliere in maniera analogica le informazioni di chi vorrà  mapparsi.

Ora a BauMela si cercherà  di soddisfare l'esigenza di consolidare la piattaforma partecipata della Rete, condividendo e rendendo poi pubblici  i principi, le attività  e l’organizzazione alla base della costruzione di una Sardegna e, perchè no, un mondo ecosostenibile. E’ proprio questo uno degli scopi del terzo raduno della Rete EcoSardi: ora che da tanto buon latte,  fatta la cagliata, è¨ tempo di trasformarla in formaggio!

PROGRAMMA del 3° RADUNO RETE ECOSARDI
BauMela (Santu Lussurgiu), 1°-14 settembre 2011
Dal 26 al 28 agosto – Weekend di preparazione del raduno
Campo di preparazione degli spazi del raduno della Rete
Allestimento spazi tende, cucina, aree di lavoro e toilette, segnaletica.
Dal 1° al 4 settembre – Fare la Rete EcoSardi
Queste giornate sono il cuore del raduno della Rete, per le quali è¨ richiesta la massima partecipazione visti i temi importanti che saranno affrontati.
Giov. 1/9 – ultimazione dei preparrativi per il raduno
Ven. 2/9 – acccoglienza e cerchio di benvenuto
Sab. 3/9 – attività parteecipative di conoscenza, mappatura e inter-connessione
Dom. 4/9 - costruzione della piattaforma partecipata della Rete (principi, valori, organizzazione)
Dal 5 all’8 settembre – Campo BauMela
In queste giornate si potrà  sperimentare concretamente cosa significhi vivere a pieno lo spazio e il tempo in un contesto rurale, seguendone i ritmi naturali e lavorando insieme per realizzare strutture utili ai nostri ospiti, anche dopo il raduno della Rete.
Preparazione orto sinergico, realizzazione compost-toilet permanente, costruzione muri a secco e terrapieno, raccolta e trasformazione frutta selvatica, costruzione forno a legna.
Dal 9 al 11 settembre – Saperi in Rete
Tre giorni per scambiare e confrontare saperi, con workshop e laboratori teorico-pratici proposti dagli stessi EcoSardi:
  • COLTIVARE: la conservazione e trasmissione dei semi – Rete sarda Custodi dei Semi
  • COLTIVARE: come realizzare orti sinergici
  • CO-ABITARE: gli ecovillaggi – conoscere  l’altro, condividere e convivere
  • RIFLETTERE: la transizione verso il doposviluppo - laboratorio di pensiero eco-compatibile
  • MANGIARE e CONSERVARE: la cucina con erbe spontanee
  • MANGIARE e CONSERVARE: la panificazione con pasta madre
  • PRENDERSI CURA: le proprietà  delle erbe spontanee – laboratorio itinnerante a BauMela
  • CORPO IN MOVIMENTO: laboratori di tai-chi chuan, danza, yoga e massaggi
  • Per partecipare ai workshop dei Saperi in Rete ( 9-11 sett.) è gradita la prenotazione, per dare la possibilità  a chi condurrà  di organizzare gli appropriati spazi e materiali.
    E’ possibile inoltre inserire nuovi workshops relativi a conoscenze o pratiche che volete condividere! (vedi contatti)

    Dal 12 al 14 settembre – Festa della Luna
    Il 12 è notte di Luna piena, chiunque voglia è invitato a contribuire alla preparazione e al godimento dei 3 giorni di festa… lasciando BauMela pulito e con tante belle energie!
La partecipazione al Raduno è GRATUITA a parte un contributo volontario in cibo o dividendo le spese vive. E' IMPORTANTE che il cibo utilizzato sia biologico e/o autoprodotto dai partecipanti, dunque in caso di necessità alcuni prodotti saranno acquistati direttamente da produttori locali.

Il terreno è grande e pieno di alberi e ruscelli, valli, rocce e animali...
Saranno allestiti degli spazi tenda, per chi non la avesse c'è¨ la possibilità  di alcuni alloggiamenti di fortuna (ad esempio la grotta della cava).
Anche se i lavori di preparazione (aperti a tutti!) sono finalizzati a realizzare tutti i servizi fondamentali, bisognerà  comunque adattarsi a uno stile di vita un po' spartano, e se necessario aiutare ad allestire ulteriori spazi.
E' possibile arrivare prima di settembre (in particolare per la preparazione della location) e ripartire dopo il 14.

PER ARRIVARE
Baumela si trova a Santu Lussurgiu (OR), sul Montiferru, e si raggiunge facilmente in auto e in bus.
Per chi arriva in automobile, partendo dall'uscita sud del paese di Santu Lussurgiu, percorrete la Strada Provinciale 15 (direzione Bonarcado) per un chilometro e mezzo, subito dopo la madonnina svoltate a destra nella strada asfaltata bianca (dove c'è il cartello dell'agri-campeggio Elighes Uttiosos) e percorretela per un altro chilometro e 700 metri, fino a uno slargo sulla sinistra e a un ingresso con cancello a destra.
Dal cancello, seguite i fiocchetti di stoffa che segnano il sentiero fino all'area del raduno!
IMPORTANTE: parcheggiate lungo la strada asfaltata fuori dal cancello.
Per chi arriva in bus c'è una fermata delle linee ARST (corse da Oristano, fermata Sos Molinos), seguite poi a piedi le indicazioni qui sopra. Buona passeggiata nella natura!
Qui il link per la visualizzazione dell'ingresso dalla SP15 su Google Maps.

contatti:
Per richieste, proposte di attività  e laboratori: Alessio 335.6236719; Luigi 349.7594075; Silvia  327.6677490; Riccardo 329.8034671.
http://reteecosardi.blogspot.com/
giovedì 11 agosto 2011

Legge elettorale: perchè bisogna firmare il referendum per preferenze e proporzionale con soglia di sbarramento al 4%.

di  Michele Pizzolato

Quattro sono i sistemi elettorali in campo, almeno quelli che usciti allo scoperto. Una breve sintesi e qualche valutazione.
1. La legge vigente: è la legge Calderoli. E' un sistema proporzionale a liste bloccate (non si possono esprimere preferenze) con un enorme premio di maggioranza. Al vincitore (coalizione o partito) viene assicurato il 55% dei parlamentari indipendentemente dalla percentuale effettiva. L'impossibilità di esprimere preferenze e un premio di maggioranza incredibile che espone anche la Costituzione ai capricci della maggioranza sono i difetti enormi di questa legge... di pregi non se ne vedono sinceramente ed è per questo che al 99% voteremo ancora con questa legge!
2. La proposta del PD, da qualcuno bollata come "ungherese". E' una proposta molto complessa: 70% maggioritario a doppio turno, 28% proporzionale circoscrizionale, 2% proporzionale puro (diritto di tribuna). E' una proposta molto complessa, che non garantisce maggioranze stabili, e che probabilmente non voterà mai nessun altro partito; è un tentativo di trovare un difficile equilibrio fra le anime dei PD che sono molte e distanti... alcune di queste sostengono altre proposte. Oltre alla complessità ricalca molto il mattarellum (vedi punto successivo) con l'aggiunta di un secondo turno che permetterebbe al PD di negoziare dopo l'alleanza con i centristi, senza esporti prima.
3. Il referendum per tornare al Mattarellum. Il mattarellum prevede che per il 75% un maggioritario a turno unico e per il 25% un proporzionale  e soglia sbarramento al 4%. E' stato recentemente riproposto come referendum (da Di Pietro e alcuni liberal del PD). Ha un difetto: lo si conosce bene. E' già stato in vigore fra 1993 e 2005 ha prodotto 8 governi in 13 anni! Ci ricordiamo tutti bene della rapida successione Prodi - D'Alema I - D'Alema II - Amato...  Come tutti i sistemi maggioritari pecca in rappresentatività, ma questo non garantisce nemmeno governabilità.
4. Un referendum per approvare un sistema che prevede preferenze e sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. E' un sistema che garantisce un ottimo equilibrio fra rappresentatività (proporzionale) e governabilità (soglia sbarramento al 4%). E' l'unico sistema che permette di eleggere un Parlamento e non lo subordina a differenza di tutti gli altri sistemi in campo al Governo. E' l'unico sistema che ci garantisce da colpi di mano alla Costituzione e ci fa stare tranquilli per la prossima elezione del Presidente della Repubblica. E' un referendum talmente bello che nè PDL nè PD lo sostengono è oggi retto solo da Comitati locali...
Diamo una chance al proporzionale, la democrazia o è rappresentativa o non è!
11 agosto 2011

Michele Pizzolato
FIRMA IL REFERENDUM PER ESPRIMERE PREFERENZE ED ABOLIRE IL MAGGIORITARIO PRIMA CAUSA DEI DISASTRI DEGLI ULTIMI 20 ANNI
mercoledì 22 giugno 2011 0.30
Pubblico la sintesi degli obiettivi del referendum tratta dal sito http://www.referendumleggeelettorale.it/
E’ necessario modificare al più presto l’attuale legge elettorale per portare rimedio ai gravi danni che essa provoca al nostro sistema politico.I suoi principali difetti: le liste bloccate, il premio di maggioranza, le deroghe alla soglia di sbarramento e l’obbligo di indicazione del candidato premier. Liste bloccate. Le liste bloccate privano gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti e ledono irrimediabilmente l’equilibrio tra i poteri. Un Parlamento di “nominati” non ha infatti alcun reale potere nei confronti del Governo e del Presidente del Consiglio. Il premio di maggioranza. Così esiste solo in Italia e ha effetti opposti a quelli auspicati. Attribuendo il 55% dei seggi alla lista che ottiene un voto più delle altre (anche se ha il 35% dei voti), questo meccanismo obbliga anche i partiti maggiori alla ricerche di qualsiasi voto utile. La conseguenza sono coalizioni sempre più ampie e inevitabilmente eterogenee. Nessuna stabilità del governo, anzi: frammentazione della maggioranza di governo e paralisi della sua attività.Soglia di sbarramento. L’attuale soglia di sbarramento al 2% per le liste collegate in coalizione è un ulteriore incentivo alla frammentazione. Mantenere una soglia unica al 4% garantisce la presenza alla Camera dei partiti più rappresentativi, “costringendo” le forze minori ad unioni reali (un unico simbolo, un’unica lista) senza scorciatoie come le coalizioni elettorali. Al Senato il sistema dei collegi consentirà nelle Regioni più grandi la rappresentanza anche di forze decisamente minori Indicazione del candidato premier. L’obbligo di indicare il candidato Capo del governo interferisce con le prerogative del Presidente della Repubblica che può e deve scegliere in assoluta autonomia. Inoltre tale meccanismo tende a trasformare il nostro sistema da parlamentare in semi-presidenziale senza i contrappesi dei sistemi presidenziali. Un positivo risultato dei referendum che proponiamo vedrebbe la Camera eletta con metodo proporzionale, senza premio di maggioranza e con una soglia di sbarramento al 4%. Gli eletti non sarebbero più nominati dai segretari partito ma scelti tra i candidati attraverso la preferenza unica.Il Senato verrebbe eletto su base regionale con metodo proporzionale, senza premio di maggiorana in collegi uninominali, con una soglia di sbarramento determinata dall’ampiezza delle Circoscrizioni.  Il referendum abrogativo è per sua natura uno strumento imperfetto, ma spesso è necessario per superare la paralisi dei partiti ed aprire la via a decisioni del Parlamento, che resta ovviamente libero di integrare o modificare l’assetto risultante dal referendum (sui collegi uninominali, sul voto di preferenza, etc.).L’attuale legge elettorale rappresenta la peggiore di tutte le possibili soluzioni: ha aumentato la frammentazione; ha reintrodotto il trasformismo parlamentare; ha massimizzato il potere negoziale di piccole formazioni e notabili locali; grazie ad un abnorme premio di maggioranza mette a rischio tutte le istituzioni di garanzia che possono essere elette e controllate da maggioranze del 35%-40%.La via parlamentare resta la via maestra.Ma, poiché il Parlamento non ha saputo riformare la legge la legge elettorale, né è presumibile possa farlo nell’attuale situazione politica, il Comitato promotore ha deciso di depositare i quesiti in Cassazione dando concreto inizio all’iter referendario. Abrogare l’attuale legge è dunque non un ritorno al passato, ma un passo necessario a garantire l’equilibrio tra poteri e a preparare un più corretto funzionamento del nostro sistema politico-istituzionale.

lunedì 8 agosto 2011

Rifiuti: emergenza e film


Il Lazio è di nuovo in emergenza rifiuti. L’ha deciso il 23 luglio  il Consiglio dei ministri. Commissario sarà il prefetto Giuseppe Pecoraro che dovrà chiudere la discarica di Malagrotta e individuare nuovi siti. Il Consiglio dei ministri ha preso questa decisione per «accelerare le procedure necessarie all’individuazione di un sito per lo smaltimento dei rifiuti dell’area romana, in vista della chiusura programmata della discarica di Malagrotta»: l’invaso più grande d’Europa.
Intanto nasce l’idea di un film contro i pericoli dell’incenerimento.

Sporchi da morire
 di Marco Carlucci
Il progetto: Primafilm, distretto creativo e tecnologico indipendente, presenta una nuova grande sfida:
un viaggio nel mondo delle polveri sottili, delle nano-particelle e delle possibili alternative.
Il film-documentario nasce da alcune domande.

È vero che gli inceneritori fanno male?
Perché in Italia si continuano a costruire questi impianti mentre nel resto del mondo si stanno smantellando?
Quali sono i rischi concreti per la salute?
Quali sono i danni provocati dalle micro- e nano-particelle?
Quali sono le possibili alternative?

Con queste domande in testa è iniziata la ricerca online di Carlo Martigli, un viaggio virtuale che diventa reale, video presenti in rete si alternano improvvisamente ad esclusivi reportage realizzati in varie parti del mondo.
Sporchi da morire è il film-documentario che ci farà riflettere su un problema non solo nostro ma soprattutto dei nostri figli legato alle invisibili nanoparticelle da molti indicate come il più pericoloso strumento d'inquinamento del presente e del prossimo futuro.
Il promo video presente su questo sito esprime "concettualmente" la linea intrapresa.
A sequenze inedite abbiamo affiancato volutamente spezzoni di trasmissioni Tv di pubblico dominio o video già presenti su Youtube.
Abbiamo preso materiale dalla rete, lo abbiamo unito e rimesso sulla rete.
Come a "voler unire" tutti coloro che lottano per la libera informazione.

Riteniamo che questo film documentario possa amplificare un messaggio corale e per questo richiediamo a tutti gli autori dei video inseriti nel promo, di aderire al progetto, pubblicare nuovi video (nella sezione Media) ed autorizzarne l'utilizzo finale nel film scrivendo una email a info@primafilm.it
Perchè questo film lo stiamo facendo tutti noi... insieme.