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mercoledì 28 settembre 2011

Roma: tutti in piazza contro il bavaglio

Giovedì 29 settembre prossimo, dalle 15 alle 18, tutti a piazza del Pantheon a Roma
La manifestazione del 'Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo” è indetta per dire di nuovo no al reiterato tentativo del governo di imbavagliare l'informazione con una legge sulle intercettazioni.
 

Secondo informazioni, infatti, il Governo si appresterebbe proprio giovedì 29 a ripresentare il testo del disegno di legge in aula. La Legge sulle intercettazioni infatti contiene anche una norma per tentare di mettere il bavaglio al web.

Al di là della iniziativa sull’importante tema dell’informazione in molte città  si preparano incontri per organizzare città per città la partecipazione  alla manifestazione nazionale detta ”degli indignati” del 15 ottobre in coincidenza con manifestazioni analoghe in numerosi altri nazioni europee e non solo. In questi giorni si sono già svolte manifestazioni  di " indignati" davanti la Borsa di Wall Street a New York.  


giovedì 22 settembre 2011

Senato: Non si discute la proposta dei 350.000 di Grillo

I capigruppo del Senato respingono Parlamento Pulito
 
La conferenza dei capigruppo del Senato ha rifiutato di mettere in discussione “Parlamento pulito”, la legge di iniziativa popolare e ha così "fanculato" i 350.000 cittadini firmatari nonostante la richiesta esplicita di Di Pietro a Schifani. Che dire? Non c'è più niente da dire. La democrazia è stata ormai seppellita dai partiti che ne hanno fatto una dittatura pret-à-porter. E' però corretto sapere chi sono i capigruppo del Senato. 


Ecco i nomi: Maurizio Gasparri (Pdl), Anna Finocchiaro (Pdmenoelle), Francesco Rutelli (Terzo Polo), Federico Bricolo (Lega Nord), Giampiero D'Alia (Udc), Giovanni Pistorio (Misto), Pasquale Viespoli (Forza Sud). L'unico a favore è stato Felice Belisario (Idv). Parlamento Pulito prevede solo due mandati, Gasparri e Rutelli sono al sesto e la Finocchiaro al settimo...
 ( dal blog di Beppe Grillo)

venerdì 16 settembre 2011

Verso il 15 ottobre costruiamo l'alternativa


Noi siamo indignati. Siamo indignati contro i governi europei che, stretti tra la crisi e le politiche liberiste e monetariste imposte dalla Bce e dall'Fmi, accettano di essere esautorati delle funzioni democratiche per diventare semplici amministratori dei tagli della spesa sociale, delle privatizzazioni, della precarizzazione del mondo del lavoro e della costruzione di opere faraoniche, incuranti dell'ambiente e delle popolazioni. Siamo indignati perché le classi dirigenti continuano a proporci l'austerity per le popolazioni, mentre le rendite e i privilegi della finanza, dei grandi possidenti e della politica rimangono intonse, quando non crescono. Siamo indignati in particolare contro il governo italiano, che ha deciso di rispondere alla crisi con una manovra i cui contenuti cambiano di ora in ora ma i cui pilastri restano sempre gli stessi: taglio ai servizi, privatizzazioni, attacco ai diritti dei lavoratori.

Siamo indignati perché il governo ha deciso di abolire per decreto il diritto del lavoro, permettendo alle aziende di derogare ed eludere contratti e leggi, compreso l'art.18 dello Statuto dei lavoratrici e dei lavoratori, proseguendo sulla strada della cancellazione della libertà e della democrazia nei luoghi di lavoro.
Siamo indignati perché in questo modo si elimina la democrazia nei luoghi del lavoro e si estende a tutti i lavoratori il ricatto della precarietà, e della clandestinità per i migranti, con cui negli ultimi due decenni si sono livellate verso il basso i diritti e le condizioni di vita di migliaia di giovani, esclusi dal sistema di welfare e da ogni orizzonte di emancipazione.
Siamo indignati perché poco più di 2 mesi fa abbiamo votato, insieme alla maggioranza assoluta del popolo italiano, per la ripubblicizzazione dell'acqua e per le energie rinnovabili, e ora vediamo il nostro governo riproporre esattamente le vecchie ricette basate sulla svendita dei beni e su un modello di sviluppo energivoro. 
Siamo indignati perché si potrebbe fare altro; perché vorremmo uscire dalla crisi attraverso un grande processo di innovazione, attraverso al costruzione di un nuovo modello di sviluppo che colga la sfida della riconversione ecologica dell'economia e di uno sviluppo sociale partecipato, basato sulla centralità dei saperi e dell'innovazione. Invece il nostro governo continua a impoverire la scuola pubblica, l'università e la ricerca, ignorando i milioni di studenti, dottorandi, precari, ricercatori che si sono mobilitati negli scorsi mesi e preferendo ascoltare la voce delle rendite baronali e dei profitti aziendali.
Siamo indignati perché i governi europei inseguono il dogma del pareggio di bilancio, cercando di far quadrare i conti della finanza, appesi come sono ai giudizi delle agenzie di rating o dei mercati di borsa, invece di fare i conti con le esigenze e i bisogni dei loro cittadini.
Siamo indignati perché in questo modo non abbiamo più una reale sovranità democratica, che è affidata alle stesse élite finanziarie transnazionali che prima hanno generato la crisi, poi hanno chiesto di essere salvate dagli stati e ora vorrebbero far pagare il conto a noi, giustificando con lo stato di necessità dichiarato della crisi la privatizzazione della vita delle persone e della natura.
Siamo indignati perché vediamo il serio rischio che a una vera alternativa al governo di Berlusconi e della Lega, si tenti di sostituire un’alternanza, fatta delle stesse politiche con maggioranze diverse, perché tutto cambi senza che in realtà nulla cambi. 

E allora sappiamo che siamo indignati, ma indignarsi non basta.
Il cambiamento non arriverà da sé. Ce l'hanno insegnato le vicende degli scorsi mesi: le grande battaglie per i saperi, le lotte dei lavoratori in difesa del contratto nazionale, i diritti e i beni comuni in Italia, le rivolte del Mediterraneo, ora la crescita di un sentimento di ribellione contro le manovre finanziarie insostenibili e tutto ciò che ci viene propinato in nome della crisi.
Noi non ci limitiamo a indignarci, ma intendiamo darci da fare. Abbiamo in mente un mondo migliore del loro, e siamo pronti a mobilitarci per realizzarlo. Per il 15 ottobre in tanti stanno promuovendo appelli, discussioni pubbliche, verso la giornata internazionale United for global change.
Noi crediamo sia necessario aprire una discussione pubblica nel paese, tra tutti coloro che si stanno prodigando sulla mobilitazione internazionale del 15, ma anche e soprattutto con tutti coloro che pagano sulla loro pelle quanto sta accadendo. Vorremmo, iniziando dalla giornata di sciopero generale del 6 settembre, cominciare una consultazione ampia e trasversale, che raggiunga realtà sociali e di lotta, forze politiche e sindacali, movimenti e singole persone, per far sì che quella giornata sia una grande mobilitazione di tutti per l’alternativa, condivisa e un'alternativa politica e di sistema nell'assemblea del 24, con la manifestazione del 15 ottobre, pensando a queste scadenze come a un passaggio e non a un punto d'arrivo, con passione e spirito d'innovazione.
Costruire tutti insieme una grande mobilitazione a Roma contro le politiche di austerity, significa immaginare e proporre per il nostro paese e per l’Europa un nuovo modello di sviluppo basato sulla democrazia reale, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale.partecipata. 
Consultazione che vorremmo far proseguire con un'assemblea pubblica a Roma, sabato 24 settembre alle ore 10:30, presso l'ex Cinema Palazzo/Sala Vittorio Arrigoni, p. dei Sanniti (San Lorenzo - Roma). Un'occasione importante per qualificare il profilo politico della manifestazione del 15 ottobre, ma anche per far incontrare le tante questioni sociali che nella crisi vivono la loro drammatizzazione. Connettere i fili della resistenza alla crisi, per immaginare e costruire 

Ugo Mattei, Guido Viale, Giulio Marcon, Luciano Gallino, Alessandro Ferretti, Gianni Ferrara, Francesco Garibaldo, Tiziano Rinaldini, Bruno Papignani, Andrea Amendola, Giorgio Molin, Michele De Palma, Laura Spezia, Loris Campetti, Angelo Mastrandrea, don Andrea Gallo, Nicola Mancini, Paolo Cognini, Francesco Raparelli, Luca Cafagna, Mario Pianta, Isabella Pinto, Augusto Illuminati, Gianni Rinaldini, Luca Casarini, Stefano Bleggi, Monica Tiengo, Sergio Zulian, Alessandro Metz, Luca Tornatore, Giuseppe Caccia, Tommaso Cacciari, Michele Valentini, Marco Baravalle, Vilma Mazza, Nicola Grigion, Luca Bertolino, Gianni Boetto, Enrico Zulian, Sebastian Kohlsheen, Olol Jackson, Francesco Pavin, Marco Palma, Cinzia Bottene, Antonio Musella, Pietro Rinaldi, Andrea Morniroli, Egidio Giordano, Eleonora de Majo, Francesco Caruso, Gianmarco de Pieri, Manila Ricci, Daniele Codeluppi, Roberto Musacchio, Patrizia Sentinelli, Roberto Cipriano, Andrea Alzetta, Giovanna Cavallo, Ada Talarico, Massimo Torelli, Claudio Riccio, Luca Spadon, Mariano Di Palma, Francesco Sinopoli, Giuseppe De Marzo, Emiliano Viccaro, Daniele De Meo, Matteo Jade.


martedì 13 settembre 2011

Referendum: Mattarellum e Porcellum


 di Gianni Ferrara *

C’è un falso nell’attività pubblica che il codice penale ignora. È il falso nella comunicazione politica. Ha da sempre influito sulla vita politica italiana ma col berlusconismo la ha pervasa. Ora però da fonte diversa se ne sta praticando uno gravissimo di falsi a danno della fede pubblica, degli elettori, della democrazia italiana. A commetterlo sono i promotori dei referendum elettorali che strombazzano la loro avversione al porcellum ma mirano a restaurare il .. fratello gemello: il mattarellum. Sostengono che così, da una parte, sarà eliminato lo sconcio del “premio di maggioranza” che, in realtà, è attribuito alla minoranza più consistente trasformandola in maggioranza e, d’altra parte, sarà restituito agli elettori il potere di scegliere i loro rappresentanti.
Mentono.

Innanzitutto perché quesiti referendari volti a determinare precisamente, chiaramente, nettamente l’eliminazione dei vizi del porcellum c’erano. Erano stati proposti nel giugno scorso. Ma furono combattuti con furioso accanimento e con sciagurato successo proprio dai promotori dei referendum “pro mattarellum” inventati appunto per ostacolare una campagna referendaria che con quei quesiti, una volta approvati, avrebbero capovolto il porcellum da maggioritario in proporzionale. La restaurazione che si tenta col mattarellum è invece diretta proprio a riaffermare il sistema maggioritario di elezione, a garantirlo, consolidarlo, perpetuarlo.


A di là dei moltissimi e fondatissimi dubbi sull’ammissibilità di tali referendum, alla stregua della giurisprudenza della Corte costituzionale in materia, va detto, nel merito, che i promotori dei referendum “pro mattarellum” mentono quando dicono di voler eliminare il meccanismo che trasforma la minoranza in maggioranza. Mentono perché il sistema che vorrebbero resuscitare, pur attribuendo un quarto dei seggi al sistema proporzionale, si fonda, per gli altri tre quarti, sul sistema maggioritario in collegi uninominali. Questo, tra quelli esistenti, è il sistema elettorale che determina il massimo di distorsione degli effetti collegabili alle pronunzie del corpo elettorale. Eleggendo un solo parlamentare per collegio, cioè il candidato che abbia ottenuto un voto in più di ciascuno degli altri, conferisce un premio implicito a tale candidato, un premio che, paradossalmente, è direttamente proporzionato al numero dei voti ottenuti … dagli altri candidati. Nullifica così il diritto universale ad essere rappresentati in Parlamento perché esclude dalla rappresentanza quegli elettori che non sono stati capaci di … indovinare, collegio per collegio, quale dei candidati avrebbe ottenuto quel voto in più che lo avrebbe fatto eleggere. Si consideri soprattutto che si tratta di elettori che non si riconosceranno nel rappresentante in Parlamento del proprio collegio, per tutta la legislatura, e magari legislatura per legislatura. Con conseguenze irreparabili sulla consistenza, l’effettività, la credibilità dell’eguaglianza politica, cioè sul principio fondante della democrazia. Ma, come ogni sistema elettorale della specie cui appartiene, il mattarellum può produrre addirittura un risultato complessivo rovesciato rispetto al voto della maggioranza degli elettori, il risultato cioè che la maggioranza dei seggi parlamentari risulti eletta dalla minoranza degli elettori, stante l’ineguale distribuzione delle scelte politiche tra le componenti geografiche del corpo elettorale. In Inghilterra è accaduto più volte. Non è vero, comunque, che il mattarellum, contrariamente al porcellum, esclude premi. È vero che li occulta. In tutte e tre le elezioni svoltesi con detto sistema (1994, 1996, 2001) il premio c’è stato ed è stato sempre superiore al 10 per cento dei seggi.   

Non è vero neanche che, come raccontano i promotori del referendum, col mattarellum è l’elettore  che sceglie l’eletto. A sceglierlo invece sarà il leader del partito del candidato che, come è a tutti noto, provvederà a destinare nei collegi “sicuri” i candidati che vuol fare eleggere. Così come sceglierà quelli della quota proporzionale collocandoli nei primi posti della lista bloccata. Le somiglianze tra mattarellum e porcellum sono enormi, impressionanti. Non vederle, tacerle provoca domande sconvolgenti.
Una maggioranza parlamentare così fatta quale autonomia potrà mai avere nei confronti di un tal leader diventato  premier? Di quanto potere disporrà questo premier? L’esperienza dei governi Berlusconi non ha insegnato nulla?
A quale sistema politico mirano i referendari-maggioritari?
Militano, in gran parte, nel partito democratico, e si lasciano incantare da chi sdottoreggia che le elezioni servono a scegliere non la rappresentanza parlamentare, non il tramite dei titolari della sovranità e i suoi mandatari in Parlamento, ma chi deve governare disponendo nelle due Camere dei propri addetti alla traduzione in leggi dei suoi comandi. Si associano IDV e SEL miranti solo ad estorcere la leadership al partito maggiore della coalizione cui vogliono partecipare mediante quella pura mistificazione della democrazia che è la elezione primaria.
La personalizzazione del potere è diventata quindi l’ideologia comune al centrodestra e al centrosinistra?
Rinnegare la democrazia rappresentativa a favore dell’assolutismo elettivo è il nuovo credo di questo Paese?
nsomma, una volta sconfitto Berlusconi, il berlusconismo trionferà condiviso?
La prospettiva che si annuncia è questa. Rivelarla, denunziarla è doveroso.

da       www.riforme.info        12 settembre 2011

* Gianni Ferrara (1929) ha insegnato diritto pubblico generale, diritto costituzionale comparato e diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma. Eletto deputato nel 1983 e nel 1987, ha fatto parte della commissione Affari costituzionali in ambedue le legislature. Nel 1992 rinuncia alla ricandidatura per riprendere l’attività di ricerca e di insegnamento. Collaboratore delle più importanti riviste di diritto e autore di numerosi saggi, ha fondato e dirige la rivista on line “Costituzionalismo”.
venerdì 9 settembre 2011

Gli altruisti vivono più a lungo


Vuoi vivere di più? Aiuta gli altri e fallo con sincerità d'animo. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Health Psychology, infatti, i volontari che aiutano gli altri vivono più a lungo, tanto più a lungo quanto più intense e altruistiche sono le ragioni che li sostengono in questa loro attività.

Nella prima ricerca di questo genere, gli scienziati hanno mostrato che la motivazione dei volontari può avere un significativo impatto sulla lunghezza della loro vita: un effetto che però si riscontra solo in coloro che dichiarano di svolgere queste attività per altruismo o per desiderio di contatto sociale.
Nessuna influenza sul tasso di mortalità si ha invece nel caso in cui a muovere è la soddisfazione personale. Gli scienziati hanno esaminato i dati provenienti dal Wisconsin Longitudinal Study che ha seguito un campione casuale di 10.317 studenti dalla loro laurea a oggi, a partire dal 1957. Il 51,6 per cento era composto da donne, con una età media complessiva di 69 anni nel 2008.

I ricercatori hanno analizzato salute fisica, status socio-economico, stato civile, fattori di rischio per la salute (come il peso o l'indice di massa corporea). Nel 1980, gli studiosi hanno cominciato a chiedere ai soggetti se svolgessero attività volontaristiche, nel 1992 sono tornati a verificare il loro stato generale di salute e nel 2008 hanno verificato quanti di loro fossero ancora in vita.
A distanza di 4 anni, nel 1984, il 4,3 per cento dei 2384 non volontari era deceduto, una percentuale simile a quella riportata nel gruppo dei volontari (4 per cento) che avevano dichiarato di svolgere il volontariato per motivazioni di soddisfazione personale. Un dato che è più del doppio dei deceduti fra i volontari altruisti, che erano deceduti, nei quattro anni, solo per l'1,6 per cento.

da           paginemediche.it      7 settembre 2011
giovedì 1 settembre 2011

Movimento 5 Stelle:10 settembre a Roma


Il 10 settembre a Roma Beppe Grillo come primo firmatario della proposta di legge di iniziativa popolare "Parlamento Pulito", presentata nel 2007 da 350 mila italiani, manifestera' davanti a Montecitorio affinche' sia finalmente presa in considerazione.

In questo momento dei parlamentari che non abbiamo scelto perché in liste bloccate, alcuni condannati anche in via definitiva, molti con decine di anni di politica alle spalle e pensioni da nababbi in vista, decidono del futuro economico del paese. 

Forse e' ora di dire basta: i firmatari e tutti quelli che condividono il bisogno di una netta riforma della politica per poter ridare al paese credibilita' ed un futuro sono invitati. Non ce ne andremo fino a quando non avremo avuto risposte. Portatevi la tenda.