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mercoledì 30 maggio 2012

Rifiuti:assemblea nazionale il 16 giugno a Roma


APPELLO PER UN PRIMO CONFRONTO NAZIONALE DEI COMITATI IN LOTTA CONTRO DISCARICHE ED INCENERITORI

La logica dell’emergenza e del commissariamento straordinario con cui, per oltre 15 anni, è stata affrontata la gestione dei rifiuti in Campania, sembra attecchire in molte altre regioni ed in particolare in quelle del centro-Sud. Il caso Lazio è solo ultimo in ordine di tempo. L’utilizzo dell’emergenza sta consentendo non solo la deroga alle precedenti leggi nazionali ed europee in materia ambientale, ma, trasformando gli impianti in siti di importanza strategica nazionale, ha permesso la militarizzazione dei territori e la repressione dei comitati e delle comunità  che si oppongono all’apertura di nuove discariche e di inceneritori (v. ultima quella contro i comitati anti inceneritore di Albano). Un precedente che sta trovando attuazione anche nei casi delle grandi opere come il TAV.

Dietro questa scelta c’è una concezione affaristica della gestione dei rifiuti.

La gestione dei rifiuti è diventata, infatti, il grande business per un settore non marginale dell’imprenditoria italiana (da Marcegaglia ad Impregilo a Cerroni), grazie agli ampi incentivi statali al recupero di energia ed alle privatizzazioni previste nel settore. Tutti i Piani Rifiuti regionali adottati, rispondendo a questi interessi,  prevedono il ricorso alle discariche ed agli impianti di combustione per il recupero dell’energia dai rifiuti. In altre parole sono all’insegna del ciclo integrato dei rifiuti dove gli stessi processi di raccolta, selezione, differenziazione, sono finalizzati all’ottimizzazione del recupero di energia.

In una fase di profonda crisi economica la cosiddetta green economy, subdolamente spacciata come nuovo sviluppo sostenibile ed ottimizzazione delle risorse, sta diventando sempre più la nuova frontiera per trarre profitto dallo sfruttamento del territorio e dai beni comuni.

Di fronte ad una devastazione senza precedenti del territorio e della salute non si può continuare ad andare in ordine sparso. La lotta dei comitati contro le discariche e gli inceneritori, contro tutti gli impianti di combustione, contro le discariche di rifiuti speciali compresi i depositi delle scorie nucleari, deve trovare un momento di confronto per superare il ridotto regionale ed avviare un processo di unificazione delle mobilitazioni. E’ questo l’unico modo per riuscire ad imporre alla nostra comune controparte – il governo nazionale - una gestione alternativa e compatibile dei rifiuti e per fermare la speculazione sui nostri territori.

Per gestione alternativa e compatibile dei rifiuti, intendiamo una gestione che muovendo dalla riduzione a monte dei rifiuti, e cioè dalla produzione e dalla riprogettazione dei materiali finalizzate alla riduzione di sprechi ed alla commercializzazione di beni  prodotti con soli materiali riciclabili, approdi al riciclo e recupero totale dei materiali nella fase del cosiddetto smaltimento del bene consumato.

Questo si traduce nell’opposizione ferma, non solo alle discariche ed agli inceneritori, ma, alla luce delle conferme derivanti dagli ultimi provvedimenti del Ministro Clini, a tutti gli impianti di recupero di energia dai rifiuti (dalla combustione nei cementifici e nelle centrali elettriche, alla biodigestione, agli impianti a biomasse) che non a caso godono di contributi sottratti alle vere energie rinnovabili.

Si traduce nella attivazione ovunque di una raccolta differenziata porta a porta finalizzata alla filiera dei materiali per il riciclo e recupero totale della materia.

Non ci sono scappatoie regionali che tengano. A noi appare chiaro che non si esce dall’emergenza di una regione esportando i propri rifiuti per alimentare inceneritori del tutto simili ai nostri che producono nanoparticelle cancerogene e mutagene con gravi danni alle popolazioni locali.  Che sia verso altre città italiane o verso l’estero, come sta facendo la Campania, questo serve a contrapporre le comunità, la monnezza degli uni contro quella degli altri facendo il gioco di chi sulla nostra pelle e la nostra terra vuole continuare a lucrare.

Per contrapporci alla gestione monopolistica ed affaristica dei rifiuti e dei megaimpianti tossici, per imporre SUBITO una gestione dei rifiuti alternativa e compatibile sia sul piano ambientale che sociale, è necessario unire le forze in un unico movimento che sia autonomo da strumentalizzazioni siano esse di partiti o di istituzioni.

Per questo invitiamo tutti i comitati, i cittadini, le reti, attivi sui territori a partecipare all’assemblea nazionale che si terrà a Roma il 16 giugno per confrontarci sui percorsi unitari da avviare per rilanciare un’efficace battaglia su questo tema.

Rete campana salute e ambiente- Coordinamento contro l'inceneritore di Albano- Mov. Difesa del Territorio Area Vesuviana- Collettivo Area Vesuviana - Cittadini Campani per un Piano Alternativo dei Rifiuti - Comitato 'NO DISCARICHE Comuni a Nord di Napoli- Presidio Permanente di Quarto contro discariche ed inceneritori-  Riprendiamoci napoletani onlus - Comitato La Ginestra di Terzigno- Coordinamento "No Inceneritori" di Ponticelli- Associazione Marco Mascagna - Associazione Melting Pot - Comitato Donne 29 Agosto di Acerra - Ass. Abitanti Attivi S. Maria C.V. - Consulta per la Salute di S. Maria C.V. - Cilento oltre il rifiuto -  Presidio Taverna  del Re - Comitato rifiuti zero di Cerveteri - Comitato rifiuti zero Fiumicino - Rifiuti Zero Torino - Coordinamento Ambientale Rifiuti Piemonte (Carp)- Coordinamento Riano No Discarica, SOS Discarica Riano, Comitato Rifiuti Zero Riano - Unità di Crisi No Discariche nel Nolano - Federazione AssoCampaniaFelix- Rete Commons ( Presidio Permanente di Chiaiano e di Mugnano - Comitato Civico Cambiamo Mugnano) - Comitato "Salviamo Villa Adriana" - Uniti contro la discarica - No alla discarica a Corcolle - No Nat - Presidio permanente Quadro Alto e Pian dell'Olmo (Riano) – E.C.O. della fascia costiera - Comitato NO Gassificatore di Capua - CO.RE.Ri Cordinamento Regionale rifiuti della Campania

martedì 15 maggio 2012

Spending Review sull'illuminazione pubblica







Con questo articolo CieloBuio vuole mostrare agli italiani come sia possibile risparmiare diverse centinaia di milioni di euro ogni anno sulla bolletta energetica dei Comuni con vantaggi per tutti. 

La sostanza di quanto qui descritto è stata ufficialmente portata all'attenzione del Governo mediante PEC all'Ufficio del Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri il giorno 2 maggio alle ore 9:07 (prima della richiesta di aiuto del Governo, quindi dovremmo essere tra i primi della lunga fila di proposte inviate).
Oggi la spesa energetica per la sola illuminazione pubblica risulta essere di un miliardo di euro. A questa cifra vanno aggiunte le spese per la manutenzione del parco apparecchi esistente e la spesa per i continui nuovi impianti che vengono installati ogni anno. Non indichiamo i costi per i danni dovuti all'eccesso di illuminazione e all'inquinamento luminoso
La situazione italiana, se confrontata con gran parte delle altre nazioni europee, risulta essere paradossale. A fronte di una inesistente autoproduzione di materie prime per la generazione di energia elettrica, l'Italia risulta essere tre i paesi più spreconi, seconda sola alla Spagna (tabella 1). L'Italia consuma pro capite più del doppio della Germania e quasi il triplo di Gran Bretagna, Olanda e Irlanda.
Nazione
 Consumo annuo
pro capite (kWh)
 Spagna 116
 Italia106 (dati Terna)
Francia 80
 Germania 48
 Gran Bretagna42
 Olanda 40
 Irlanda 40
Tabella 1. Dati di consumo di alcune nazioni europee (dati Universidad Complutense de Madrid, tranne che per l'Italia, dati Terna).
Come si vede dall'istogramma di figura 1, l'Italia risulta essere la nazione, tra le europee studiate, con il numero più alto di apparecchi per area urbanizzata. Il doppio o più di Francia, Belgio, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria, Danimarca.
Figura 1. Numero di punti luce per ogni km2 urbanizzato.
In figura 2 si vede che la potenza media degli apparecchi istallati in Italia è molto superiore alla media europea, circa doppia di quelli olandesi o britannici.

Figura 2. Potenza media per punto luce (in watt).
In figura 3 l'Italia risulta essere quella che consuma di più per superficie illuminata, al pari della Spagna, con una potenza al metro quadrato doppia di Portogallo e Francia, tripla di Irlanda, Germania e Olanda e quadrupla della Gran Bretagna.

Figura 3. Potenza per superficie urbanizzata (w/m2). I grafici di figura 1, 2 e 3 sono tratti da da Diffrential Photometric Study of the European Light Emission to the Space di Alejandro Sànchez De Miguel (ASAAF-UCM. Department of Astrophysics and Atmospheric Sciences, Universidad Complutense de Madrid. GPC. Spain.), In Starlight - A Common Heritage, Cipriano Marin Editor. Starlight Initiative and IAC Publishers.
I dati presentati rendono evidente quali possano essere i potenziali risparmi per la nostra nazione. Senza riportare tutti al buio, ma semplicemente 'abbassandoci' al livello di nazioni quali la Germania o la Gran Bretagna, possiamo arrivare a risparmiare oltre la metà di quanto attualmente spendiamo, recuperando circa mezzo miliardo di euro ogni anno. Questo senza dover licenziare nessuno e senza altri 'danni' collaterali che le operazioni di taglio alla spesa pubblica normalmente hanno.
Con le proposte ulteriori di CieloBuio i risparmi ottenibili potrebbero essere ancora superiori, senza diminuire la sicurezza, peraltro non legata all'illuminazione.
La proposta di CieloBuio
CieloBuio quindi suggerisce al Governo di adottare le seguenti misure:
       a) lo spegnimento di tutti gli impianti di illuminazione pubblica al di fuori del limite urbano delle città;
       b) lo spegnimento delle luci per i monumenti e gli edifici storici dopo le 23;
       c) L'uso a pieno regime dei riduttori di flusso, laddove esistenti, durante l'intero arco della notte; in assenza di riduttori, attuare durante l'intero arco della notte il punto seguente:
       d) lo spegnimento di metà dei punti luce delle strade italiane dopo le ore 23 (già abbiamo visto che sono il doppio di quelli della maggioranza delle altre nazioni europee);Ulteriori azioni possibili e consigliabili:
      e) lo spegnimento degli impianti dei privati non connessi alla produzione;
      f) una modifica del meccanismo perverso che permette l'escalation del numero di punti luce nelle nuove urbanizzazioni;
      g) imposizione di una tempistica per ottenere, entro il 2015, il dimezzamento dei consumi, ovvero di un consumo pro capite di 50 kWh/anno o meno e di un flusso luminoso pro capite di 1000 lumen, da diminuire ulteriormente negli anni successivi;
      h) imposizione di efficaci norme tecniche per la limitazione dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico anche nelle regioni oggi prive di normative valide:               - apparecchi completamente schermati, ad annullare le emissioni verso l’alto;
               - impianti ad alto rendimento complessivo, non inferiore al 60%;
               - lampade della massima efficienza possibile e dal minimo contenuto di luce con lunghezza d'onda inferiore a 540 nm;
               - luminanza e illuminamenti massimi non superiori a quelli minimi indicati dalle norme tecniche, eventuale riduzione per legge degli attuali valori consigliati.
Un'azione aggiuntiva, apparentemente, estrema, porterebbe ad ulteriori risparmi:
        i) dopo le 23, lo spegnimento totale dell'illuminazione stradale, con l'eccezione dei punti luce prossimi agli incroci;
I punti da a) a d) non comportano alcuna controindicazione ed anzi non sarebbero probabilmente neppure notati.
Il punto e) non comporta un risparmio diretto delle casse pubbliche, ma riduce sostanzialmente i danni da inquinamento luminoso, compresi quelli alla sicurezza stradale per i noti fenomeni di abbagliamento e di distrazione.
I punti f) e g) contribuiscono a mantenere sotto controllo la spesa nel futuro.
Il punto h) ridurrebbe drasticamente l’impatto ambientale della luce artificiale notturna, costituendone le basi per la sostenibilità e la eco-compatibilità.
Il punto i) è adottato in buona parte degli Stati Uniti per le zone residenziali. Per compensare la percepita, non reale, diminuzione di sicurezza è possibile incrementare l'uso di sistemi di segnalazione e di sicurezza passivi, non energivori (es. segnaletica orizzontale e verticale, cat-eyes).
Anche in assenza di direttive centrali, i Comuni possono comunque porre in atto la maggioranza dei punti suggeriti. E' evidente però che un intervento deciso, nella direzione da noi indicata, da parte del Governo porterebbe a risultati molto più certi e a vantaggi diffusi su tutto il territorio nazionale.
Per inviare la propria segnalazione:
richiesta segnalazioni del Governo: http://www.governo.it/GovernoInforma/spending_review/index.html
form "Esprimi un opinione": http://www.governo.it/spendingreview/RedWeb_Form.htm Per ulteriori approfondimenti:
http://www.starlight2007.net/pdf/StralightCommonHeritage.pdf
http://www.interempresas.net/Energia/Articulos/49592-El-alumbrado-publico-espanol-el-de-mayor-gasto-electrico-por-habitante-en-Europa.html

http://www.eup4light.net/assets/pdffiles/Final/VITOEuPStreetLightingFinal.pdf

da   http://cielobuio.org         4 Maggio 2012 
mercoledì 2 maggio 2012

Lazio, l'equilibrio dei siti Natura 2000 va conservato


Il Commissario Ue all'Ambiente risponde ad Andrea Zanoni e Niccolò Rinaldi (Eurodeputati IdV): È possibile costruire in un sito Natura 2000 ma solo in nome dell'interesse pubblico e mantenendo l'equilibrio ambientale. Zanoni: “Sorveglieremo l'operato della Giunta Polverini”


La Regione Lazio tenga bene a mente che qualora fosse autorizzato un progetto con valutazione d'incidenza negativa su un determinato sito natura 2000, sarà obbligatorio  prevedere delle misure compensative per garantire che la coerenza globale di Natura 2000 sia tutelata”.

Lo fa sapere Andrea Zanoni citando la risposta del Commissario Ue all'Ambiente Janez Potočnik all'interrogazione parlamentare che ha presentato insieme al collega Niccolò Rinaldi sulla delibera regionale del 16 dicembre 2011 in merito alla gestione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) nel Lazio.

Con questa delibera la Regione Lazio si è arrogato il diritto di approvare all’interno di aree ZPS e ZSC e per motivi di “rilevante interesse pubblico”, inclusi motivi di natura sociale o economica che sono definiti dalla Giunta stessa, anche progetti che hanno avuto una valutazione negativa d’incidenza ambientale (ad esempio cave e nuove strade). “Con la scusa dell'interesse pubblico, la Giunta Polverini ha cercato un cavillo per portare altro cemento nelle zone naturalistiche del Lazio, usando, come spesso succede in Italia, la deroga come un'arma politica”, commenta l'Eurodeputato.

La Direttiva 92/43/CEE prevede sì la possibilità di un'eccezione, ma solo in situazioni estremamente particolari e con l'obbligo da parte della Regione di mantenere l'equilibrio generale del sito Natura 2000 – conclude Zanoni – da Bruxelles terremo la situazione sotto controllo affinché non si cerchi l'ennesima scappatoia ai danni dell'ambiente”.


Comunicato stampa 27 aprile 2012   Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
Email stampa@andreazanoni.it    Tel (Bruxelles) +32 (0)2 284 56 04     Tel (Italia) +39 0422 59 11 19
Sito www.andreazanoni.it      Twitter Andrea_Zanoni

 nella foto: I siti della Rete Natura 2000 in  Lazio. In verde le ZPS in blu i SIC (rielaborazione da fonte regionale).