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martedì 15 febbraio 2011

Ecologisti Vs Verdi: cronache dal “Conclave ecologista” di Bologna


di Danilo Lollobrigida * 
Al momento non faremo come in Francia. Nessuno lo vuole ammettere, ma il Conclave dei Movimenti Civici ed Ecologisti tenuto a Bologna il 29 e 30 gennaio scorsi è stato un netto fallimento. Il tentativo di unificare i movimenti civici ed ecologisti sotto una casa comune non ha avuto esito positivo, pur impegnando oltre 150 militanti in una riunione fiume durata due intere giornate. Il “conclave” avrebbe infatti dovuto definire i termini per una grande unione tra movimenti, ma la fumata, alla fine, è stata nera.
I PROMOTORI
Promotore iniziale del progetto era stato il Gruppo delle Cinque Terre, un piccolo nucleo di intellettuali ecologisti, che, ispirato dai consistenti successi elettorali di altri gruppi ecologisti mondiali, con particolare riferimento ai francesi di “Europe Ecologie”, ha lanciato l’idea di unificare in un unico soggetto politico nazionale le varie anime dei movimenti civici ed ecologisti, creando una sorta di meta-movimento nazionale avente il fine di dare una svolta etica ed ecologica alla politica del nostro Paese.
Al loro appello hanno risposto tre diversi progetti aggregativi nazionali, già avviatisi autonomamente nei mesi precedenti: “Abbiamo un Sogno”, il “Centro Nuovo Modello di Sviluppo” e la “Costituente Ecologista”. Questi tre progetti hanno quindi affiancato il Gruppo Cinque Terre nell’organizzazione del conclave, al quale molti altri movimenti e singoli aderenti hanno deciso di partecipare.
Uno dei principali esponenti del Gruppo Cinque Terre, Massimo Marino, qualche mese fa aveva pubblicato sul web un bel testo, in forma di favola, tramite il quale invitava i vari movimenti a non sprecare energie nel costruire piccoli castelli isolati per impegnarsi invece nel costituire insieme un grande agorà, un luogo aperto di condivisione di idee.
La scelta di trasformare nominalmente l’aperto agorà in un chiuso conclave non ha portato fortuna agli organizzatori: la riunione non ha ottenuto nessuno dei risultati sperati. Nessuna unione, nessun principio condiviso, nessuna regola condivisa, nessuna azione condivisa, nessun documento condiviso, anche se a leggere il comunicato di alcuni dei partecipanti, il conclave si sarebbe chiuso con una fumata bianca. Ma cosa c'era in quel fumo, oltre a una dose letale di wishful thinking?

CON I VERDI O SENZA? STRATEGIE INCONCILIABILI
I Verdi, fondatori della Costituente Ecologista, hanno fin dall’inizio sostenuto una proposta di possibili alleanze politiche, anche elettorali, con gli “ecologisti” dei partiti del centrosinistra (ecologisti del IDV, ecologisti di SEL, ecologisti del PD, ecc.). Per sostenere tale posizione sono si sono precipitati Angelo Bonelli e Marco Boato oltre a un consistente numero di rappresentanti Verdi, affiancati perfino da sostenitori esterni.
A questa posizione si sono contrapposti i rappresentanti della Rete dei Cittadini, alcuni componenti del Gruppo Cinque Terre e degli Ecologisti del Lazio nonché diversi altri militanti ecologisti, che sostenendo una posizione apertamente “anti-casta” hanno rigettato la richiesta di possibili alleanze con qualsiasi partito di qualsiasi orientamento politico e hanno piuttosto chiesto ai Verdi di sciogliersi ufficialmente come partito e di aderire al nuovo soggetto politico esclusivamente come singoli cittadini.
Il confronto su questi temi si è sviluppato soprattutto all’interno del gruppo di lavoro dedicato alle “alleanze”. Lì si è affermato che il nuovo soggetto politico considererà eventuali alleanze solo quando sarà abbastanza grande, così da trattare alla pari con altri eventuali interlocutori le regole e le condizioni di un’alleanza.
Sciogliere i Verdi? Già al termine della giornata di sabato era chiaro che nessuna delle Parti era disponibile a concessioni e le posizioni erano inconciliabili: i Verdi non hanno dato alcuna disponibilità a sciogliersi, rivendicando il diritto di partecipare come partito alla Costituente Ecologista e al progetto unificatore; gli altri gruppi ecologisti hanno ribadito la loro estraneità al nuovo soggetto politico in caso di presenza dei Verdi come partito.
Riassumendo, niente vie di mezzo: da un lato quelli disponibili a partecipare a un nuovo soggetto politico con i Verdi dentro; dall’altro quelli che non li volevano perché auspicavano un’aggregazione ecologista completamente estranea ai partiti.
Al termine dell’assemblea i rappresentanti della Costituente Ecologista hanno proposto la creazione di una commissione destinata a organizzare una nuova assemblea unificatrice, ma la proposta non ha raccolto favori, almeno apparentemente, e non è stata nemmeno votata.
Contemporaneamente, la Rete dei Cittadini ha letto in assemblea un documento che proponeva di creare una nuova aggregazione civica ed ecologista completamente svincolata dai partiti. Anche in questo caso non è stato possibile capire il gradimento della proposta da parte dell’assemblea: non si è votato.
Sia il gruppo di lavoro dedicato alle “alleanze”, sia gli organizzatori dell’evento non hanno proposto nulla all’assemblea generale, limitandosi a dichiarare genericamente che si erano evidenziati due percorsi paralleli ma non divergenti, che si sarebbero potuti incontrare in un futuro imprecisato.
In realtà le posizioni emerse erano evidentemente ed irrimediabilmente inconciliabili e divergenti.
Infatti, come sintetizzato dall’intervento di Massimo Marino, il conclave evidenziava che i movimenti erano complessivamente divisi in quattro percorsi:
  • Coloro che ritenevano possibile un aggregazione con i Verdi e possibili alleanze con i partiti del centrosinistra.
  • Coloro che ritenevano possibile un’aggregazione del tutto estranea ai partiti e alla “casta”, indisponibile a qualsiasi forma di alleanza con i partiti.
  • Il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, indisponibile a ogni alleanza con chiunque, inclusi gli altri movimenti e quindi non presente al conclave.
  • L’aggregazione Uniti e Diversi, nella quale erano già confluiti Alternativa, Movimento per la Decrescita Felice, Movimento Zero, Per il Bene Comune e una serie di liste civiche piemontesi e lombarde. Aggregazione indisponibile a partecipare al Conclave in questa forma organizzativa (come vedremo più avanti).

LA SINTESI IMPOSSIBILE
Il dibattito, per il resto, non trovava una direzione verso cui condurre gli interventi e la fitta discussione. Sebbene sabato pomeriggio fossero stati costituiti tre gruppi di lavoro tematici (su “contenuti”, “regole” ed “alleanze” del nuovo soggetto politico), non si è trovata una sintesi in alcuna forma.
Il gruppo dei contenuti ha prodotto una lunghissima lista di possibili idee, azioni ed iniziative da intraprendere. Sulle azioni concrete vi potrebbero essere condivisioni tra i movimenti e sarebbe possibile arrivare a una sintesi e a una selezione. Ma nei fatti non si è prodotta alcuna proposta operativa condivisa.
Il gruppo delle regole ha anch’esso realizzato una lunga lista di possibili regole su come organizzare e come gestire con metodi realmente democratici il soggetto politico. Nessuna analisi di partenza, nessuna proposta di indirizzo: si è così proceduto a raccogliere una sequenza di singoli pensieri, tra loro anche contrastanti, espressi da ogni partecipante al gruppo. Ne è risultato un lungo elenco di regole sparse, poco comprensibili, impossibili da selezionare, raccogliere e utilizzare concretamente.
Per quanto riguarda la discussione in plenaria, a parte il dibattito sulla presenza dei Verdi e sulle possibili alleanze con il centrosinistra, il resto degli interventi è consistito in un lungo susseguirsi di singole opinioni su vari temi, che si sono alternate per diverse ore a turni di cinque minuti ad intervento. Sono stati raccontati molti piccoli mondi ecologisti locali, descrivendo con comprensibile orgoglio i propri impegni e i propri apprezzabili risultati, ma non si sono quasi mai affrontati temi importanti, persino quelli di natura ecologica. La discussione è stata ondivaga e non si è dedicato adeguato impegno per raggiungere lo scopo prefissato: portare l’assemblea a individuare e approfondire i possibili punti di condivisione e di unione tra i movimenti.
Assenti totalmente i grandi temi della politica internazionale.
Più inquietante di tutto: i riferimenti alle prossime battaglie referendarie su acqua e nucleare sono stati pressoché nulli. L'intero conclave si è svolto come sotto una campana pneumatica nella quale non arrivavano i rumori del mondo e nemmeno quelli dell'Italia e della sua crisi.

I LIMITI DEI MOVIMENTI ESISTENTI
Per quanto riguarda le maggiori aggregazioni presenti al conclave, queste hanno lasciato dietro di se più ombre che luci:
  • Il “Centro Nuovo Modello di Sviluppo” non ha evidenziato la propria presenza, e appare evidente che non desidera impegnarsi in progetti più tipicamente politici.
  • La Costituente Ecologista è apparsa fortemente condizionata dalla presenza dei Verdi e dalla mentalità da partito tradizionale, con la sua ricerca di spazi e di alleanze con altre forze politiche. Appare sempre più consistente la percezione che la Costituente non sia molto altro che un tentativo di riciclaggio del partito dei Verdi sotto diverso nome.
  • “Abbiamo un sogno” non ha risolto i dubbi su cosa realmente costituisca questo sogno. Gli esponenti del movimento sono ancora una volta stati vaghi e indeterminati col loro elenco di ottimi propositi, rimasti tali a Bologna come lo erano stati nella loro assemblea di Firenze. Però, questa volta il loro possibile favore a un accordo con i Verdi e magari con possibili alleanze politiche di centrosinistra ha impresso un’ombra allarmante che ha fatto dichiarare a una militante ecologista che il sogno somigliava sempre più a un incubo.

GLI ELEMENTI POSITIVI
Il conclave ha però anche espresso degli elementi positivi, da apprezzare:
  • Gli ecologisti hanno saputo dedicarsi per due giorni assai impegnativi nell’incontrarsi e nel parlarsi, in forma molto civile ed educata, anche su temi spinosi.
  • Nel conclave si è svolto un pregevole e composto esercizio di democrazia e di libertà di opinione, nel quale tutti i presenti hanno avuto l’opportunità di esprimere le proprie idee. Da parte del popolo ecologista è stata data dimostrazione di un bell’esempio di civiltà e di reciproco rispetto.
  • I gruppi ecologisti hanno saputo reagire con prontezza ed efficacia al tentativo organizzato dei Verdi di egemonizzare l’assemblea e di traghettare il nuovo soggetto politico verso un’alleanza con il centrosinistra.
Alcune riflessioni sulle prospettive dei movimenti per il dopo conclave.
Coloro che al conclave facevano riferimento alle posizioni “anticasta” sono apparsi privi di un preciso riferimento tra i movimenti aggregativi presenti, in quanto la “Costituente Ecologista” si è dimostrata di impostazione contraria, mentre “Abbiamo un Sogno” ha mostrato un comportamento ambiguo.
La Rete dei Cittadini (RdC) ha quindi provato a lanciare al conclave una nuova proposta aggregativa per chi sostiene queste posizioni.
Per RdC il prossimo evento sarà la loro prima assemblea nazionale del 27 febbraio a Roma, nella quale si cimenteranno per la prima volta in ambito nazionale, uscendo dai limiti della regione Lazio in cui hanno operato finora.
Subito dopo, nel corso del mese di marzo, tale gruppo vorrebbe organizzare un’ulteriore assemblea nazionale per questa nuova aggregazione ecologista, totalmente estranea ai partiti e alla coalizioni di centrodestra e di centrosinistra. Ma il reale effetto aggregativo di tale proposta è tutto da verificare, specie per un piccolo movimento che fino ad oggi si è espresso in un’unica regione.

UNITI E DIVERSI: UN RUOLO POSSIBILE
Contemporaneamente ha ripreso vita, dopo un mese e mezzo di riflessioni successive all’assemblea nazionale del 18 dicembre scorso, il processo aggregativo di Uniti e Diversi (UeD).
UeD non ha formalmente partecipato al conclave, ma l’assenza è stata compensata dalla delegazione di Alternativa guidata da Giulietto Chiesa, intervenuto sabato mattina.
L’andamento del conclave ecologista ha alla prova dei fatti dato ragione alla proposta, proprio espressa da Chiesa in occasione dell’assemblea nazionale di UeD, della necessità di un confronto preventivo su metodi e contenuti tra i rappresentanti dei vari movimenti, allo scopo di definire in tempo i termini del confronto e stabilire i criteri organizzativi del conclave.

L’indisponibilità a questo metodo preparatorio ha provocato la non partecipazione di Uniti e Diversi al conclave.
Per quanto riguarda UeD nel mese di febbraio si terranno gli incontri tra i vari referenti regionali e provinciali dei movimenti aderenti, al fine di realizzare i gruppi provinciali e regionali e le assemblee regionali destinate ad eleggere entro giugno il coordinamento nazionale di tale aggregazione.
Contemporaneamente è iniziata l’organizzazione del primo dei seminari tematici, quello che affronta i temi della decrescita e del mondo del lavoro.
Anche all’interno di UeD si soffre la difficoltà di integrare movimenti e persone provenienti da esperienze totalmente differenti, ma tra tutte le aggregazioni finora costituitesi, Uniti e Diversi è quella che finora ha dimostrato maggiore concretezza, avendo concordato un documento politico, un portavoce, una segreteria operativa, il progetto di una rete provinciale e regionale con dei referenti, il progetto delle assemblee regionali per eleggere un coordinamento nazionale, il progetto di quattro o cinque importanti seminari tematici aperti, condotti da relatori esperti.
Molti movimenti guardano a Uniti e Diversi con grande interesse e al tempo stesso con una certa diffidenza, essenzialmente per la mancanza di adeguati rapporti in ambito locale. Sarà compito dei componenti di tale aggregazione mostrare una maggiore disponibilità al dialogo e al confronto, soprattutto sulle questioni della metodologia democratica, considerata di fondamentale rilevanza da molti movimenti.

* di Alternativa - Uniti e Diversi ( da Megachip)

1 commenti:

Pietro Del Zanna ha detto...

La fotografia non è corretta, permettetemi.
Ancora una volta si sottolinea ciò che ha diviso e divide e si ignora i possibili punti di contatto. Si celebra un funerale (probabilmente in virtù di eccessive aspettative) e si ignorano i germogli. Come se non vi fossero stati i Movimenti Civici di Sicilia,e non avessero parlato, unica vera novità politica consistente ricca di potenzialità future. Se non riusciamo ad uscire ognuno dal proprio catastrofismo non ce la faremo mai :-)